Roma – 9 marzo 2012 – Non è da tutti i giorni incontrare una donna ventiseienne alla guida di un camion di 46 tonnellate. In cinque anni di lavoro, Valentina Telean, romena di La Spezia, dice di non avere mai fatto un incidente e che non cambierebbe il suo mestiere con nessun’altro al mondo.
Come mai questa scelta per una donna? “Per il piacere di viaggiare”, risponde senza esitazioni a Gazetaromaneasca.com. “Sognavo di visitare altri paesi, quindi ho pensato che fare i circuiti internazionali, alla guida del camion, può essere un’ottima soluzione per lavorare e fare quello che mi piace, allo stesso tempo. Già dai primi viaggi, in Spagna e Inghilterra, ho scoperto che avevo ragione”.
Due anni di esperienza in patria, poi Telean decide di trasferirsi in Italia, dove i suoi genitori lavoravano da un po’ di tempo: “Sono arrivata nel 2009 e ho subito trovato lavoro nel settore. Guido camion, camion con rimorchio, ora anche quelli di 32 tonnellate, container caricati con la merce che vado prendere al porto di La Spezia”.
Dicono che quello del camionista sia un lavoro da uomini…“Non è vero, ci sono altri mestieri ben più difficili, ora anche il service te lo assicurano le ditte specializzate, tu, come autista, non devi nemmeno cambiare una ruota, come si faceva un tempo”.
Bella, giovane, sola sull’autostrada, non ha mai paura? Ride: “Mi capita alcune volte di sentirmi dire delle battute, ma so rispondere e li metto in riga tutti. Mi faccio rispettare. Puoi avere dei problemi, in teoria, quando sei in un parcheggio dove sono parcheggiati più camion. Io uso un trucco: lascio la luce accesa in cabina, così gli altri pensano che non sia sola e mi lasciano stare. Non ho mai avuto problemi!”
L’unico inconveniente del mestiere è legato proprio ai lunghi viaggi: Valentina Telean ammette che le rimane poco tempo libero da passare con i suoi genitori e il suo fidanzato, “un ragazzo straordinario, che mi capisce e mi sostiene”. Per il resto, è convinta: “Non potrei fare qui in Italia un lavoro più bello e soddisfacente!”
Andi Rădiu, trad. Miruna Căjvăneanu