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Wojtek, l’orso polacco che liberò Cassino

Era la mascotte del 2 ° Corpo d’Armata. Ora anche i piccoli italiani possono scoprire la sua storia grazie a un fumetto

Roma – 16 giugno 2011 – Era alto 2 metri, pesava 250 kili e nella seconda Guerra Mondiale ha combattuto al fianco dei soldati polacchi a Cassino.

Parliamo di Wojtek, orso e soldato del 2 ° Corpo d’Armata Polacco comandato dal generale  Anders. Seguì i suoi compagni dall’Iran, attraverso Egitto fino ad arrivare in Italia, e dopo la battaglia di Monte Cassino partecipò alla liberazione di Bologna.

Nonostante gli anni passati, la sua storia è ancora molto viva, e ultimamente sta entusiasmando anche i ragazzi italiani. Gli alunni della scuola ZSTH di Zagan, in Polonia e quelli dell’ITCG “L. Paolini” di Imola hanno realizzato il fumetto: “La vera storia dell’orso- soldato del 2° Corpo d’Armata Polacco”. Tradotto già anche in inglese e francese è disponibile on line a questo link.

Il fumetto è il frutto di un’intesa attività di scambio e condivisione, sostenuta dal desiderio e la necessità di attenersi ad una fedeltà storica attraverso documenti scritti e testimoni attendibili.

Tra questi c’è anche l’illustre professor Wojciech (Wojtek) Narębski. “Nella nostra Compagnia c’erano due soldati di nome Wojtek: L’orso ed io” ricorda con un grande sorriso. È uno dei pochi reduci ancora in vita e instancabile ideatore di diverse iniziative che rendono viva la memoria di grande fratellanza che da secoli unisce popolo italiano e polacco.

La storia dell’orso Wojtek
Wojtek è nato nel 1942  sulle montagne della provincia persiana di Hamadan. E’ stato trovato orfano da un ragazzo e ceduto ai polacchi per un paio di confezioni di carne in scatola. L’animale godeva di pessima salute, faticava a ingurgitare il cibo. Dovettero nutrirlo con del latte condensato che beveva da una bottiglia di vodka.

Subito divenne la mascotte della compagnia. Viveva nelle tende coi soldati, marciava e giocava con loro. “Era normale che si improvvisassero degli incontri di wrestling, l’orso contro due o tre soldati. Talvolta li faceva vincere” così lo ricordavano i suoi compagni di battaglia. Bisogna sottolineare che Wojtek era un soldato regolare e riceveva una paga militare per il vitto.

Il Generale Anders trasferì il suo contingente in Palestina e, quando fu addestrato, lo imbarcò alla volta dell’Italia. All’ inizio del 1944 i suoi soldati sbarcarono sul suolo italiano.

In primavera giunsero a Cassino. La quarta offensiva contro il caposaldo tedesco scattò nella notte tra  l’11 e 12 maggio coi polacchi in prima linea. Wojtek, che non aveva paura dell’assordante rumore delle esplosioni si rivelò un aiuto insuperabile:  portava le casse di munizioni dai camion alle batterie, ognuna con quattro colpi da 23 libbre.

Il 18 maggio i lancieri polacchi issarono le loro insegne su ciò che rimaneva dell’ abbazia Montecassino. Roma fu liberata diciassette giorni più tardi.

Alla fine della guerra, per molti soldati polacchi del 2 ° Corpo d’Armata ritornare nella Polonia in mano ai comunisti significava un suicidio. Perciò i compagni d’armata di Wojtek  dovevano farsi una vita all’estero. L’ordo finì in Scozia, dove fu riconosciuto come residente onorario di Edimburgo e fu trasferito nello zoo.

Non si abituò mai alla vita in cattività, si intristì e rado usciva dalla sua tana. Si addormentò per sempre il 15 novembre del 1963. La notizia della sua morte fu riportata da tutti i media britannici. 

Wojtek ha lapidi commemorative allo zoo di Edimburgo, allo Imperial War Museum di Londra e al Canadian War Museum di Ottawa. In Italia è nei libri e, ora, anche nel fumetto.

Danuta Wojtaszczyk (Naszswiat.net)

 

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