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Regolarizzazione. Bacci (PD): “Maroni chiarisca”

Incerto il destino di chi è stato condannato per non aver obbedito al foglio di via. Interrogazione al Senato

Roma – 5 marzo 2010 – "Maroni venga in Parlamento per chiarire se si stiano violando i diritti degli immigrati che hanno fatto richiesta di sanatoria. Negli ultimi mesi è emerso che per la valutazione delle domande presentate da molti extracomunitari sia stato utilizzato un criterio discrezionale adottato da alcune Questure, in particolare al Nord, e da altre no".

Lo chiede il senatore del Partito Democratico Massimo Livi Bacci, che ha presentato oggi un’interrogazione al ministro dell’Interno.

Che una semplice vecchia espulsione non impedisca la regolarizzazione è assodato. La situazione si complica per chi, già espulso, è stato sorpreso di nuovo sul territorio  italiano, quindi arrestato, condannato e di nuovo espulso. In questi casi, segnalava ieri Repubblica, molte Questure rigettano la domanda e fanno una nuova espulsione.

" Tale linea di condotta – dice il senatore del Pd –  è stata applicata a Trieste, Rimini e Perugia, mentre a Milano, Venezia e Bologna le questure non tengono conto di tale principio. Chiediamo al ministro di verificare se tale circostanza risponda al vero e, se così fosse, come giustifichi che in alcune province gli uffici addetti siano inflessibili e in altre meno fiscali e quindi clementi".

"A parte l’assurdità di un’evidente anarchia interpretativa, -conclude Livi Bacci- ritengo sia inaccettabile che un immigrato in possesso di credenziali e contratto regolari e che si sia affidato con fiducia alle questure di riferimento, venga convocato con l’inganno e invece di vedere accolta la domanda di sanatoria, si ritrovi con un decreto di espulsione".

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