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Regolarizzazione: ecco come funziona

I punti principali della  “Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie”

24 luglio 2009 – Si chiama “Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie” la regolarizzazione di colf e badanti all’esame della Camera.

I datori di lavoro italiani, comunitari o extracomunitari con la carta di soggiorno, potranno mettere in regola colf e badanti che al 30 giugno 2009 erano già occupate presso di loro in nero da almeno tre mesi. La dichiarazione di emersione costerà 500 euro per ciascun lavoratore e potrà essere presentata dal 1 al 30 settembre.

Per lavoratori italiani e comunitari si potranno usare dei moduli da presentare all’Inps. Per i lavoratori extracomunitari, le dichiarazioni andranno presentate via internet allo Sportello unico per l’Immigrazione.

Ogni famiglia potrà mettere in regola al massimo una colf e due badanti extracomunitarie. Chi presenta la dichiarazione per una colf dovrà avere un reddito di almeno 20mila euro l’anno, se è l’unico a percepire un reddito in famiglia, oppure non inferiore a 25mila euro, se in famiglia ci sono altre persone che percepiscono reddito.

Nessun limite di reddito è previsto per regolarizzare le badanti, ma in questo caso sarà indispensabile un certificato della struttura sanitaria pubblica o del medico di famiglia che attesti le limitazioni dell’autosufficienza della persona assistita. Sarà sempre il medico a certificare se davvero c’è bisogno di due badanti.

La domanda per le badanti può essere presentata dalla persona assistita o da un suo familiare non convivente. In questo modo un figlio, ad esempio, potrà regolarizzare la badante del genitore, naturalmente presentando un certificato medico che attesti i limiti all’ autosufficienza di quest’ultimo.

Anche chi ha già presentato domanda per i flussi d’ingresso 2007 o 2008 può presentare la dichiarazione di emersione. Chi sceglie questa strada, rinuncia però automaticamente alla domanda per i flussi, che viene archiviata.

Fino al termine dell’esame della dichiarazione,  il lavoratore non potrà essere espulso, né, insieme al datore di lavoro, essere  oggetto di procedimenti penali e amministrativi per la violazione delle norme sull’immigrazione o sul lavoro. Questi illeciti verranno condonati definitivamente se la regolarizzazione va a buon fine.

Una volta verificato che la domanda è ammissibile, lo sportello unico convocherà datore di lavoro e lavoratore per la stipula del contratto di soggiorno. A questo punto,  il lavoratore potrà chiedere a sue spese  il rilascio del permesso di soggiorno, che oggi costa circa 70 euro ma sarà ancora più salato con la nuova legge sulla sicurezza.

Potrà partecipare alla regolarizzazione anche chi  in passato è stato espulso perché non  aveva il permesso di soggiorno o perché il permesso era  scaduto. Niente da fare, invece, per chi ha un’espulsione per motivi di sicurezza, ordine pubblico o terrorismo, una segnalazione come “inammissibile” in Italia o una  condanna, anche solo in primo grado, per un reato per cui  è previsto l’arresto in flagranza.

Non conviene fare i furbi. Se si presentano dichiarazioni false si commette reato e, se si utilizzano documenti contraffatti, si rischiano fino a sei anni di carcere.

Elvio Pasca

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