Ennesimo episodio di razzismo a Roma, nel quartiere di Tor Pignatara Roma – 1 aprile 2009 – Se non fosse per quell’ "vattene a casa tua" poteva essere considerato un episodio di bullismo con rapina. Uno dei tanti. Ma quelle parole pronunciato dagli aggressori confermano che il 23enne bengalese Abul Kasher è stato aggredito, malmenato e insultato da cinque ragazzi solo perché immigrato. Il fatto è accaduto nella serata di sabato a Roma, in via di Tor Pignattara.
Il giovane ha trovato solo ora il coraggio di raccontare l’aggressione. "Erano in cinque, tutti bianchi e parlavano bene l’italiano – ha raccontato Abul a un quotidiano italiano – non ho potuto fare la denuncia perché non ho il permesso di soggiorno. Non è la prima volta che accadono cose del genere in questa zona. Quella sera pioveva, ero appena sceso dall’autobus e mi stavo riparando sotto un arco. All’improvviso mi sono sentito prendere sotto le braccia. Erano in cinque, forti. Non riuscivo a muovermi. Mi hanno insultato, ordinandomi di stare zitto e mi hanno preso il portafogli e alcuni documenti. Il cellulare l’hanno sbattuto per terra perché non gli piaceva, era troppo vecchio".
"Quando ho provato a dire qualcosa – continua Abul – mi hanno rotto una bottiglia di vetro in faccia. Ho cominciato a perdere tanto sangue e sono scappati, lasciandomi per terra". Un bottino di 140 euro. "Non mi ricordo bene le loro facce – ha detto – so per certo che erano tutti bianchi, giovani e parlavano bene l’italiano. Prima di fuggire mi hanno detto: vattene a casa tua". Abul ha poi chiesto aiuto ad un suo connazionale, che lo ha accompagnato all’ospedale più vicino, il Vannini. Il referto del medico di turno parla di "graffi multipli del volto", conseguenze di "un’aggressione", guaribili in 7 giorni. La ferita più pericolosa, un taglio sul collo, avrebbe potuto causare anche danni più seri.