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Gheddafi accusa l’Europa di omicidio

Il leader libico incolpa i Paesi europei di affondare in mare i barconi pieni di clandestini provenienti dall’Africa

Tripoli – 16 maggio 2008 – Ieri, durante l’incontro tra il ministro dell’interno Roberto Maroni e l’ambasciatore libico Hafed Gaddur, è stato ribadito l’imminente avvio di azioni comuni di contrasto al traffico di immigrati clandestini. L’accordo di cooperazione firmato a Tripoli il 19 dicembre 2007 diventerà insomma presto operativo. Ma a quanto pare all’ombra delle pesanti accuse del leader libico Muammar Gheddafi che oggi ha incolpato l’Europa di omicidio.

“Questa tragedia sta continuando – ha detto ieri il colonnello in un incontro a Tripoli con i capi dei sindacati africani -. Nel Mediterraneo è stata dichiarata una guerra contro la gente proveniente dall’Africa”. È la prima volta che Gheddafi fa una simile dichiarazione, senza tuttavia nominare alcun Paese in particolare. Secondo le sue parole gli Stati europei avrebbero “ucciso centinaia di immigrati africani affondando deliberatamente le imbarcazioni nel Mediterraneo per impedire loro di raggiungere l’ambito continente”.

Ha puntato il dito senza remore: “L’Europa cerca di difendere se stessa e fa qualsiasi cosa per evitare l’arrivo di immigrati. Certe volte si finge di soccorrere un’imbarcazione, ma viene fatta ribaltare di proposito, facendo così morire tutti coloro che si trovano a bordo”.

La Libia è il principale punto di partenza per gli immigrati africani che tentano di arrivare in Italia, principale rotta marittima per i clandestini diretti in tutta Europa. Secondo le associazioni in difesa dei migranti gli stranieri che compiono la traversata verso l’Italia ogni anno sono circa 100 mila, mentre molti altri muoiono di fame o annegano nel naufragio di imbarcazioni sovraffollate.

A.I.

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