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Giancarlo Gentilini condannato per razzismo

Il candidato sindaco di Treviso durante un raduno leghista attaccò rom, musulmani e immigrati. I giudici: “Quattromila euro di multa e niente comizi per tre anni”, ma grazie alla condizionale lo Sceriffo potrà continuare la campagna elettorale

Roma – 23 aprile 2013 -Giancarlo Gentilini,  vicesindaco di Treviso e  candidato sindaco di Lega Nord e Popolo delle Libertà alle prossime comunali è stato condannato per istigazione all'odio razziale dalla Corte D'Appello di Venezia. I giudici hanno nella sostanza confermato la sentenza di prima grado, inflittagli per un suo intervento contro nomadi, musulmani e immigrati alla “Festa dei popoli padani”, un raduno leghista che si tenne a Venezia nel 2008. 

Gentilini è stato condannato ad una pena pecuniaria di 4  mila euro e gli e' stato imposto anche il divieto, per tre anni, di  partecipare a comizi politici,. Grazie alle sospensione condizionale della pena potrà però continuare la sua campagna elettorale. Intanto, ha annunciato un nuovo ricorso.

Il 14 ottobre del 2008 Giancarlo Gentilini, il leghista vicesindaco di Treviso, salì sul palco della Festa dei Popoli, a Venezia, per recitare il suo “vangelo”, il “decalogo del sindaco sceriffo numero uno”. Un’invocazione alla "rivoluzione" contro "clandestini" e "nomadi", “pulizia dalle strade di tutte queste etnie che distruggono il nostro Paese”.

Invocò una “rivoluzione” contro “i nomadi, gli zingari”, e  vantò di aver “distrutto due campi di nomadi e di zingari a Treviso”. Disse di voler “ eliminare tutti i bambini degli zingari che vanno a rubare dagli anziani”, in nome di una “tolleranza a doppio zero”.

Se la prese con i musulmani “coloro che vogliono aprire le moschee e i centri islamici e qui”. “No! – disse – Vadano a pregare nei deserti. Aprirò una fabbrica di tappeti e regaleremo i tappeti, ma che vadano nei deserti”.

Ce ne fu davvero per tutti. Dai magistrati "romani" o "del sud", ai napoletani che avrebbero dovuto mandare la loro spazzatura, passando per le donne col burqa e gli immigrati che frequentano i phone center e “si mettono a mangiare e bere di notte, pisciano sui muri. Che vadano a pisciare nelle loro moschee se occorre, ma non nelle città italiane”.

Gentilini disse no pure al diritto di voto per gli immigrati: “ “Non voglio vedere consigliere neri, gialli, marroni, grigi, insegnare ai nostri giovani. Cosa insegnano? La civiltà del deserto? La civiltà di coloro che scappano dietro ai leoni o quelli che corrono dietro alle gazzelle per mangiarle?”. E alla fine chiarì: “Non voglio più vedere queste genie che girano per le strade”.

Elvio Pasca

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