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Napoli: assalto ai campi rom

Molotov, sassi e irruzioni dopo il fermo della ragazza accusata di aver tentato di rapire un bambino Napoli – 14 maggio 2008 – Fare terra bruciata, letteralmente, intorno ai rom che vivono nella periferia est di Napoli. Decine di persone, ma c’é chi ne stima almeno cinquecento, sono scese in azione ieri pomeriggio per costringere alla fuga i nomadi, con un crescendo di azioni intimidatorie: lancio di bottiglie molotov, irruzione e lancio di sassi tra le baracche, minacciose esibizioni di spranghe e mazze.

Vistisi alle strette i nomadi sono fuggiti verso l’insediamento più grande, quello di via Malibran, sorvegliato dalla polizia: nei due campi più piccoli appena lasciati sono entrate le "ronde" degli abitanti di Ponticelli, che hanno incendiato tutto.

A tre giorni dal fermo della sedicenne rom accusata di aver tentato di rapire una bimba di sei mesi, ieri nel quartiere di Ponticelli è improvvisamente esplosa la tensione accumulata per anni contro i nomadi. Una sola la parola d’ordine, tra i cittadini che sono scesi in strada: i rom devono andarsene per sempre. E allora ecco le bottiglie incendiarie, le irruzioni nei campi, il vero e proprio assedio per indurre i nomadi alla fuga. Sollecitato dai giornalisti è intervenuto sull’accaduto anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a Napoli per la presentazione di un libro: "Le paure della gente possono anche essere comprese, ma mai devono portare a reazioni inconsulte".

Polizia e carabinieri sono riusciti, fino a stasera, a evitare il peggio: non si ha notizia di feriti o di aggressioni fisiche. Restano però le irruzioni e le fiamme nei due campi e in un altro edificio, villa Tropeano, dove vivevano alcune famiglie, subito dopo la fuga degli occupanti: l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Giulio Riccio, parla di "aggressioni criminali". Marco Nieli, dirigente dell’Opera Nomadi di Napoli, già prima di questi episodi aveva denunciato "nei confronti dei rom un clima pesantissimo, con pestaggi e incendi agli accampamenti. Due donne – raccontava stamane – sono state aggredite e allontanate in malo modo mentre facevano la spesa in un supermercato di via Argine a Ponticelli". Domani mattina è in programma un vertice in prefettura, per affrontare la situazione.

Il sindaco Rosa Iervolino, parlando prima delle notizie sull’incendio dei campi, aveva definito "facili e a tratti comprensibili" le reazioni della gente al tentato sequestro della bambina di sei mesi, esortando comunque a "non enfatizzare l’intolleranza". Lei, la nomade 16enne che con il suo gesto ha fatto da detonatore alle tensioni che covavano da anni, si è vista ieri convalidare il fermo da parte del gip, che ha confermato l’accusa di sequestro di persona formulata dal pm e ha fatto trasferire la ragazza nel carcere minorile di Nisida.

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