La protesta della Nuova Casteltodino. I suoi due giocatori di colore vengono continuamente insultati
Roma – 2 febbraio 2010 – Emeka e Narciso Egwu, 25 e 19 anni, sono due giovani italiani di origine nigeriana che giocano nella Nuova Casteltodino, squadra di seconda categoria impegnata nel campionato umbro. C’è già chi ormai li chiama i Balotelli d’Umbria, ma più che per le giocate miracolose del neroazzurro, il parallelismo è dettato dagli insulti razzisti di cui sono vittime sul campo.
Sabato scorso, racconta in una lettera aperta il presidente della squadra Maurizio Venturi, un avversario se l’è presa con Narciso, chiamandolo “sporco negro”. L’arbitro però non ha sentito e la partita è andata avanti fino a dieci minuti dalla fine, quando allenatore e dirigenti hanno deciso di farla uscire dal campo, esponendosi a multe e penalizzazioni in classifica.
La plateale protesta del Casteltodino arriva dopo l’ultimo di una lunga serie di episodi che dimostrano che il razzismo purtroppo non è un’esclusiva del campionato maggiore. Nella sua lettera venturi ne cita “ una successione inquietante”, tra i quali anche quello in cui fu addirittura un direttore di gara a dire a Emeka: “Vattene a casa sporco negro”.
Dopo la lettera dei dirigenti della squadra Umbra, la Procura federale della Figc ha aperto un fascicolo su questo e altri episodi. Anche il vescovo di Terni ha espresso solidarietà a Narciso Emeka, e "preoccupazione e inquietudine per la presenza, in Italia, di un crescente clima di antipatia e discriminazione nei confronti di persone di colore, cittadini italiani o stranieri".
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La lettera aperta del Consiglio Direttivo della A.S.D. Nuova Casteltodino
Siamo una squadra di calcio di un paesino dell’Umbria di circa 1.300 anime, partecipante al Campionato Regionale Umbro di seconda categoria girone E, denominata Associazione Sportiva Dilettantistica Nuova Casteltodino, proprio dal nome della località in provincia di Terni.
Da quest’anno nella nostra squadra militano due giocatori di colore rispettivamente di 25 e 19 anni. Sono nati e vivono a Casteltodino, da genitori emigrati in Italia (uno dei due ragazzi ha perso il padre, deceduto da anni), perfettamente integrati e stimati da tutta la piccola cittadina. Sono bravi ragazzi, studiosi e lavoratori, che hanno la passione per il calcio.
Purtroppo, anche nell’ultima giornata di campionato disputata ieri, abbiamo dovuto registrare un nuovo, odioso episodio di razzismo nei confronti dei ragazzi. Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo, ma ha segnato in maniera spiacevole una gara che scivolava via, risultato a parte, sui binari della perfetta e leale sportività.
In una fase di gioco, concitata quanto si voglia ma comunque nell’ambito della correttezza agonistica, un avversario ha apostrofato platealmente e a voce alta il ragazzo più piccolo dei due con l’appellativo di “sporco negro”. Tra l’altro, a ridosso del terreno di gioco, erano presenti alcuni ragazzini di 10 o 12 anni che aspettavano il proprio turno per giocare su quello stesso terreno di gioco e che sono stati costretti, loro malgrado, ad assistere a questo episodio non certo edificante ed educativo.
Quello che ha lasciato l’amaro in bocca a tutta la squadra, al tecnico, ai dirigenti e ai ragazzi coinvolti loro malgrado nel caso di razzismo, è che questo tipo di deprecabili situazioni si ripetono con una successione inquietante.
Ribadiamo che l’amarezza nasce dal fatto di aver dovuto registrare episodi di questo tipo nei vari luoghi della nostra regione, peraltro distintasi sempre per accoglienza e serena tolleranza, che credevamo scevri da questo tipo di mentalità. Gravissimo, e da noi non denunciato, quello che è avvenuto in un’altra gara , quando alcuni dirigenti locali, giocatori e pubblico manifestavano lo stesso tipo di atteggiamento con una cattiveria fuori dal normale. Inqualificabile in assoluto poi quanto avvenuto in un’altra partita, quando, addirittura, era il direttore di gara (!) ad usare lo stesso tipo di epiteto con il fratello più grande tra i due giocatori: “Vattene a casa sporco negro”.
Intanto, vorremmo sgombrare il campo da qualsiasi sospetto di voler cercare una soluzione antisportiva ad una partita persa dalla squadra (1 a 0), perché non cerchiamo in alcun modo di ribaltare il risultato dell’incontro. Questa denuncia è volta a cercare di sensibilizzare un ambiente in cui gli esempi anche ai massimi livelli non mancano, di concerto alle direttive UEFA e dei vertici nazionali della FIGC che provano a contenere questi episodi di razzismo.
Vogliamo ricordare che la squadra sta lottando per il primo posto in classifica, attualmente è seconda, ma questo non ci ha condizionato: abbiamo deciso il ritiro volontario della squadra prima della fine della partita.
Lo abbiamo fatto nella piena consapevolezza che oltre a precludere una possibile rimonta (mancavano circa dieci minuti alla fine), i regolamenti ci costringeranno probabilmente alla sconfitta a tavolino ed a possibili sanzioni pecuniarie e di classifica, in quanto il direttore di gara ha dichiarato di non aver sentito nulla. Ma abbiamo preferito questo tipo di protesta anteponendola al risultato. Riteniamo che sia un dovere civile e un atto di lealtà, un’assunzione di responsabilità che spetti a chi ha a cuore i valori e l’etica sportiva.
Il Consiglio Direttivo della A.S.D. Nuova Casteltodino