in

“Sei marocchino, non puoi entrare…” Discoteca vietata al figlio di immigrati

Nadir, 16 anni, respinto dai buttafuori: “Direttive del locale”. I gestori negano, il ragazzo e il padre hanno sporto denuncia. “Mi hanno fatto sentire diverso”

 

 

 

VERONA – 3 novembre 2015 – Nadir ha 16 anni. È nato a Riva del Garda e cresciuto a Malcesine (Verona), studia in un istituto turistico della zona. Italiano come i suoi genitori, immigrati di origine marocchina, sabato sera ha scoperto che per qualcuno è un diverso e quindi non può divertirsi come i suoi coetanei. 

“Ero andato con due amici alla discoteca Fanum, vicino Rovereto. Avevo già acquitato in prevendita il biglietto per la Halloween Night, ma all’ingresso sono stato fermato da un bodyguard. Mi ha chiesto da dove venivo, gli ho detto Malcesine, allora ha voluto vedere i documenti e mi ha chiesto di dove erano i miei genitori” racconta il ragazzo a Stranieriinitalia.it. 

È l’inizio di una brutta storia. “Il bodyuard ha fatto entrare i miei amici, figli di italiani, ma a me no. Sosteneva che la direzione del locale non voleva marocchini, pakistani, tunisini o altri stranieri. Ho protestato, ho rifatto la fila altre due volte e altri due bodyguard mi hanno respinto di nuovo, con la stessa motivazione, davanti a diversi testimoni”. 

Nadir dice di aver fatto intervenire anche una pattuglia dei carabinieri che passava lì davanti. A loro il bodyguard avrebbe detto che “c’era troppo casino” e che, quindi il ragazzo doveva aspettare. Quando però i carabinieri sono andati via, dopo l’ennesima fila, è stato fermato di nuovo. A quel punto se n’è tornato a casa, insieme a i suoi amici. 

Ieri Nadir e suo padre sono andati dai carabinieri e hanno sporto denuncia, raccontando quella terribile serata.

 “In passato – racconta Nadir – qualche volta ero già stato insultato per le mie origini, ma avevo fatto finta di nulla. Stavolta è diverso. Mi hanno fatto sentire diverso dai miei coetanei, è stato tremendo, sono dispiaciuto e ho dentro una rabbia immensa. Non bevo, non fumo, non avrei potuto creare alcun problema nella discoteca, non mi hanno fatto entrare solo perchè la mia famiglia arriva dal Marocco”

Contattato da Stranieriinitalia.it, uno dei gestori del Fanum nega selezioni etniche all’ingresso. “Date un’occhiata alle foto della serata di Halloween, nel locale c’erano ragazzi di tutte le razze. Mi sembra quindi davvero strano che si sia verificato un episodio di quel tipo”. In effetti, in quelle foto, ci sono tutti i volti sorridenti della nuova Italia. 

Da dove sarebbero arrivate, allora, le direttive delle quali parlava la security?  “Non me lo spiego e comunque i controlli all’ingresso sono affidati a una società esterna. Se qualche problema c’è stato – sostiene il gestore – non credo proprio che fosse dovuto al colore della pelle. In genere non viene fatto entrare chi potrebbe causare problemi”. 

Il Fanum, per ora, non ha chiesto lumi ai bodyguard, probabilmente dovrà farlo se la denuncia farà il suo corso. “Abbiamo saputo di questo episodio solo stamattina, leggendo un articolo sulla stampa locale. Comunque, ripeto, al Fanum entrano ragazzi di ogni etnia, non facciamo discriminazioni”. 

Amin Nour, tra i fondatori del collettivo Neri Italiani Black Italians, spera davvero che sia così: “Ci sembra però difficile immaginare che il ragazzo, che ha raccontato anche a noi quello che è successo, si sia inventato tutto. Tra l’altro c’erano diversi testimoni”. 

“Le selezioni all’ingresso – aggiunge Nour – esistono, creano spesso momenti di tensione e in genere si basano sul look. Già questo lo trovo illegale: i locali pubblici dovrebbero essere aperti a tutti. Ma fare selezioni in base al colore della pelle è assolutamente aberrante, schifoso, oltre che contrario alla legge. In discoteca ci si va a divertire, non a farsi lasciare fuori per razzismo. 

Elvio Pasca

 

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 2 Media: 3]

Cittadinanza per i figli degli immigrati. La riforma spiegata dagli esperti del Senato

80 mila italiani albanesi. Meno “immigrati”, ma la comunità cresce