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Tosi condannato per razzismo

Due anni al sindaco leghista di Verona per la propaganda contro i nomadi. "Rifarei tutto" Verona – 21 ottobre 2008 – La corte d’appello di Venezia ha condannato oggi a due mesi di reclusione il sindaco di Verona Flavio Tosi per violazione della Legge Mancino. La pena è stata sospesa.

Assieme a altri cinque esponenti leghisti, Tosi è stato riconosciuto colpevole di propaganda di idee razziste per aver dato vita nell’estate 2001 a una raccolta di firme per sgombrare un campo nomadi abusivo nel capoluogo scaligero. Tosi, all’epoca dei fatti consigliere regionale, era stato querelato da sette nomadi sinti e dall’Opera Nazionale Nomadi (Onn) assieme a Matteo Bragantini, Barbara Tosi (sorella del sindaco), Luca Coletto, Enrico Corsi e Maurizio Filippi.

Già in primo grado, nel dicembre 2004 i sei erano stati condannati per discriminazione razziale a sei mesi. Il 30 gennaio del 2007 la Corte d’Appello di Venezia aveva ridotto le pene a due mesi, assolvendoli dall’accusa di odio razziale. Il verdetto era stato poi parzialmente annullato dalla Cassazione – con il mantenimento però dell’assoluzione per l’ipotesi di odio razziale – e rinviato a nuovo esame, sempre a Venezia.

A carico degli esponenti leghisti anche un risarcimento danni di 2500 euro per ognuno dei sinti costituitisi parte civile e di cinquemila euro a favore dell’Onn.

Dopo la sentenza dei giudici veneziani, Tosi ha annunciato che ricorrerà in Cassazione. "Avevano ragione – osserva il sindaco – quanti mi dicevano che sarebbe stato ben difficile che una sezione della Corte d’Appello smentisse un’altra. Alla fine sarà di nuovo la Cassazione a pronunciare la parola definitiva su questa vicenda".

Il sidaco di Verona non ha dubbi sulla correttezza giuridica del proprio operato: "rifarei tutto ciò che ho fatto per difendere i miei concittadini – spiega – Purtroppo devo constatare come nella magistratura ci sia ancora chi non sa distinguere fra chi delinque e chi difende le persone oneste".

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