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Treviso: scritte anti-islam in occasione del Ramadan

Ignoti imbrattano con insulti le mura del locale affittato alla comunità islamica per celebrare il mese sacro

Treviso – 5 settembre 2008 – ”Il falso profeta? Maometto. A.P.G.V. 12,1920 – Allah = Satana. Il figlio di Satana è Maometto”. La scritta fatta con una vernice spray di colore bianco è apparsa nella prima notte di Ramadan sul muro esterno del locale affittato da una componente della comunità islamica di Treviso per poter celebrare il mese sacro.

Sulla saracinesca dello stesso locale nel pomeriggio precedente erano state appoggiate due bandiere italiane. Assieme ai tricolori qualcuno aveva esposto anche una bandiera del Treviso Calcio. Il giorno successivo il locale – una ex salumeria, rimasto per qualche tempo chiuso – non è stato frequentato da nessuno dei componenti della comunità musulmana.

"Paragonare il Profeta a Satana è molto grave – commenta Thiam Badara’ il Presidente dell’Assciazione Immigrati Extracomunitari -, è un insulto a tutti i musulmani del mondo. Se si viene a sapere a livello internazionale scoppieranno pesanti ripercussioni. Si rischia di scatenare la reazione violenta di integralisti e fanatici". Al Corriere del Veneto dice: "Io sono in Italia da vent’anni e una cosa del genere non l’ho mai vista: è come se sul portone di una chiesa fosse comparsa la medesima scritta attribuita a Gesù”.

“La Lega – continua Badara’ rifiuta il fenomeno immigrazione colpendone pericolosamente l’aspetto più delicato, cioè la religione, con il risultato di fomentare l’odio. La fede deve restare fuori dalle beghe politiche. È giusto presentare denuncia contro ignoti”. La Lega mette le mani avanti dichiarando che – nonostante la propria posizione ‘anti moschea’ – il blitz non è opera loro. Sui fatti ora indaga la Digos.

Per il vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini l’accaduto evidenzia che ”il quartiere ha espresso la volontà popolare” di respingere la preghiera dei musulmani. “Espressioni simili – ha commentato – sono una risposta a certe organizzazioni che tentano di insediare nel quartiere di San Liberale un centro islamico o una moschea”.

Gentilini si è quindi rivolto all’anziano cittadino di Treviso che ha regolarmente affittato il proprio locale ai fedeli islamici, minacciando di ”portarlo di peso davanti al Tribunale di Treviso qualora dovessero accadere nel suo immobile fatti eclatanti”. Intanto i tentativi di far sloggiare i musulmani dall’ex negozio sono all’ordine del giorno. Il pretesto sarebbe l’utilizzo improprio del locale rispetto alla sua destinazione commerciale.

a.i.

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