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Vittima di mobbing perché musulmano

Un immigrato egiziano denuncia un collega che lo avrebbe preso di mira per la sua fede religiosa

Milano – 29 aprile 2008 – Tra le varie forme di mobbing sul posto di lavoro alle quali i colleghi sono capaci di dar vita c’è anche quella a sfondo religioso. È quanto si potrebbe dedurre dalla denuncia di un lavoratore egiziano, in Italia da una decina di anni e padre di tre figli. L’uomo ha riferito alla Procura di Milano di essere stato preso di mira perché musulmano da un collega della ‘Pietro Mazzoni’, ditta che si occupa della pulizia delle carrozze dei treni nel capoluogo lombardo.

In seguito alla sua denuncia è stata aperta un’inchiesta per violenza privata continuata di cui si occuperà la magistratura, alla quale spetta accertare se si sia trattato di mobbing oppure di uno screzio tra colleghi. L’immigrato racconta che, da due anni a questa parte, il collega, ex delegato sindacale della CGIL, gli avrebbe impedito di andare nei bagni del personale e gli avrebbe negato la possibilità di pregare, nonostante avesse ottenuto il permesso dell’azienda di farlo in un’apposita stanza. L’ingegnoso collega avrebbe chiuso tale stanza per non fargli esercitare il proprio culto e lo avrebbe minacciato di distruggergli il Corano.

Con l’egiziano si è schierato il sindacato Cub (Confederazione unitaria di base) che spiega di aver chiesto ripetutamente all’azienda di porre fine alle vessazioni, senza ottenere risposta. Il sindacato confederale, dal canto suo, non entra nel merito della vicenda e si limita a commentare che non è suo compito dirimere questioni che potrebbero avere carattere privato. Se dovesse invece intervenire un provvedimento della magistratura a carico di iscritti – fanno sapere dal sindacato – s’imporrebbe un intervento.

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