Il gesto dell’Onorevole Chaouki, che ha deciso di autorecludersi nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, è il primo atto concreto dal naufragio dei migranti sulle coste dell’isola.
Roma – 22 dicembre 2013 – Finalmente la politica passa ai fatti. Dal 3 ottobre non abbiamo fatto altro che indignarci davanti alle notizie e ai video che raccontano la drammatica realtà dell’accoglienza in Italia.
Tutte le bandiere politiche hanno dichiarato, denunciato, si sono vergognati e fatto appello all’Europa, ma null’altro oltre a questo.
Quello che è accaduto ieri nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, non è certo il primo atto di protesta che avviene in un Cie. Quasi tutti i giorni nei Centri di prima accoglienza e nei Cara i migranti, o meglio i detenuti, compiono gesti estremi o sono sottoposti a condizioni disumane.
Ma oggi non è più possibile fermarsi all’indignazione. Oggi servono fatti e gesti concreti per cambiare rotta.
E se il Ministero degli Interni è stato incapace di trovare soluzioni e dare risposte tempestive al vergognoso trattamento anti-scabbia nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, allora c’è bisogno di dare una spinta dal basso per far si che le cose si muovano verso il cambiamento.
Sostenere Choauki nella sua protesta vuol dire sostenere con i fatti il cambiamento di un sistema che non è degno di chiamarsi “d’accoglienza” in un Paese civile.
Italianipiu.it e stranieriinitalia.it appoggiano il gesto del deputato democratico Khalid Chaouki attraverso il gruppo e l’evento facebook “Sosteniamo Chaouki. Ora i fatti: tutti fuori dai cie”.
Per tutti quelli che si sono stancati di indignarsi e vogliono passare ai fatti, per restituire una dignità ai migranti e all'Italia.
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