Roma – 20 novembre 2013 –Il Vecchio continente è sempre più vecchio e le cicogne sembrano preferire altre rotte per distribuire pargoletti. Così, se la popolazione europea continua (lentamente) a crescere deve ringraziare l’immigrazione.
A mettere a fuoco i dettagli di una fotografia nota da tempo è oggi Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, con un report con i più importanti indicatori demografici relativi ai 28 Paesi membri.
Dice che il 1 gennaio 2013 la popolazione dell’Unione arrivava a 505,7 milioni di persone, con una crescita del 2,2 ‰ rispetto ai 504,6 milioni del 1 gennaio 2013. L’incremento di 1,1 milioni di persone è dovuto solo in parte minoritaria al saldo naturale, cioè alla differenza tra nuovi nati e morti, che ammonta a 200 mila persone (+0,4 ‰). Soprattutto, si giustifica con la migrazione netta, cioè la differenza tra quanti si sono trasferiti nell’Ue e quanti l’hanno lasciata: 900 milioni di persone (+1,7 ‰).
Nel 2012, sono nati nell’Ue 5.2 milioni di bambini. Il tasso di natalità è stato del 10,4 per 1000 abitanti, stabile rispetto al 2011. I tassi più alti sono stati registrati in Irlanda (15.7‰), Gran Bretagna(12.8‰), Francia (12.6‰), Svezia (11.9‰) e Cipro (11.8%), i più bassi in Germania (8.4‰), Portogallo(8.5‰), Grecia e Italia (entrambe a 9.0‰) e Ungheria (9.1‰).
C’è poi l’altro lato della medaglia: i 5 milioni di morti registrati nell’Ue nel 2012. Il tasso di mortalità è stato di 9,9 per 1 000 abitanti, superiore al 9,6‰ del 2011. I tassi di mortalità più alti sono stati osservati in Bulgaria (15.0‰), Lettonia (14.3‰),Lituania (13.7‰),
Ungheria (13.0‰), Romania (12.7‰) e Croazia (12.1‰), i più bassi in Irlanda (6.3‰), Cipro (6.6‰), Lussemburgo (7.3‰), Malta (8.1‰) e Olanda (8.4‰).
La più alta crescita naturale di popolazione (differenza tra nati e morti ogni 1000 abitanti) si è registrata quindi in Irlanda (+9.5‰), seguita a distanza da Cipro (+5.2‰), Lussemburgo (+4.0‰), Francia e Gran Bretagna(entrambe +3.8‰). Dodici stati membri hanno avuto una crescita negativa (più morti che nati), con le differenze più marcate in Bulgaria (-5.5‰), Lettonia (-4.5‰), Ungheria (-3.9‰), Lituania (-3.5‰), Romania (-2.7‰) e Germania (-2.4‰).
Nel 2012, circa l’80% dell’incremento della popolazione nell’Ue è arrivato dall’immigrazione. In termini relativi, Lussemburgo (+18.9‰), Malta (+7.4‰), Italia (+6.2‰), Svezia (+5.4‰) e Austria (+5.2‰) hanno registrato i flussi netti più consistenti in entrata, mentre Irlanda (-7.6‰), Lituania (-7.1‰), Lettonia (-5.8‰), Estonia (-5.7‰), Grecia (-4.0‰), Portogallo(-3.6‰) e Spagna (-3.5‰) i flussi netti più consistenti in uscita.
In conclusione, la popolazione è cresciuta in diciassette Stati membri ed è diminuita in undici. I più larghi incrementi relativi sono stati osservati in Lussemburgo (+23.0‰), Malta (+9.1‰), Svezia (+7.7‰), Gran Bretagna(+6.2‰), Belgio (+6.0‰) e Austria (+5.2‰), e i più larghi decrementi in Lituania (-10.6‰), Lettonia (-10.3‰), Estonia (-6.8‰), Bulgaria (-5.8‰), Grecia (-5.5‰) e Portogallo(-5.2‰).
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Eurostat. EU28 population 505.7 million at 1 January 2013