Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Bankitalia: “Gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani”

Il rapporto sulle economie regionali. "Complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne"

Roma – 18 agosto 2009 – “L’afflusso di immigrati dall’estero nell’ultimo decennio ha sostenuto la crescita dell’occupazione in Italia, contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione”. Lo scrive la Banca d’Italia nel suo ultimo rapporto sulle economie regionali.

“Gli stranieri – sottolinea Bankitalia – hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e percepiscono redditi da lavoro significativamente inferiori; a ciò contribuiscono un più basso livello di scolarità e una maggiore concentrazione in settori e mansioni a minore contenuto professionale e in imprese mediamente meno produttive”.

“L’incremento del numero di stranieri non si è associato a un peggioramento delle opportunità occupazionali degli italiani” ribadiscono gli esperti di palazzo Koch, che evidenziano “l’esistenza di complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne”.

Per le donne, “la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all’assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l’offerta di lavoro. L’afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie può, inoltre, aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani” spiega ancora il rapporto.

Leggi
Banca d’Italia: L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008

I commenti
"Se vogliamo mantenere un certo livello di produzione in questo paese, ci sono delle mansioni che ormai devono essere coperte dalla manodopera straniera. Questa complementarietà quindi diventa necessaria sia per il sistema produttivo sia per la sfera sociale” Così Kurosh Danesh, coordinatore del Comitato Nazionale Immigrati della Cgil, in un’intervista all’Agenzia Radiofonica Econews, commentando il rapporto della Banca d’Italia.

“D’altronde – sottolinea Danesh –  siamo di fronte a un quadro politico e a un Governo che, invece di basarsi su queste verità del mondo economico e sociale, ragiona sul fenomeno dell’immigrazione solo in termini ideologici. In questo modo danneggia il futuro di tutti noi, immigrati e italiani. Sapendo che non c’e’ un ritorno del loro lavoro e della loro fatica in termini di cittadinanza piena, molti immigrati stanno pensando di ritornare nei loro paesi di origine”.   

Per il presidente del Sei-Ugl, Luciano Lagamba, “lo studio di Bankitalia sul lavoro degli immigrati in Italia conferma che la presenza degli stranieri nel nostro territorio deve essere considerata una ricchezza per lo  sviluppo socio-economico del nostro Paese”.

“Difficile resta  l’integrazione, soprattutto dei giovani immigrati, perche’ la  manodopera straniera – nota Lagamba – sconta una bassa qualificazione a causa delle  difficolta’ burocratiche legate al permesso di soggiorno ed al  riconoscimento dei titoli di studio acquisiti all’estero. L’immigrazione e’ una risorsa che non va respinta ma sulla quale si dovrebbe investire facendo in modo che  l’incontro tra le differenze possa tradursi in un arricchimento  reciproco”.       

"Le donne straniere danno un grande  contributo al welfare e un rilevante sostegno alla famiglia.  Soprattutto alla donna che puo’ liberare il tempo di cura per  dedicarsi all’impegno pubblico e alla professione. L’analisi di  Bankitalia va nel senso della maggiore integrazione e non della  persecuzione come invece sta accadendo con le politiche del governo  ispirate dalla Lega" dice Vittoria Franco, parlamentare del Pd e responsabile Pari Opportunita’ del partito.      

"Posizione miope -aggiunge Franco commentando le politiche  attuate dal governo in materia di immigrazione – che danneggia la  coesione sociale e l’economia del nostro Paese. Mi auguro che questi  dati convincano alcuni ministri del governo Berlusconi a recedere da  posizioni che spesso rasentano la xenofobia".

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version