I dati su occupazione, case e mutui. Loy (Uil): "Dare più tempo a chi cerca lavoro" Roma – 4 dicembre 2009 – La crisi economica ha colpito gli immigrati più di quanto non abbia fatto con gli italiani. Lo dice il Censis, nel "Rapporto sulla situazione sociale del Paese" presentato questa mattina a Roma.
L’istituto di ricerca parte dai dati europei. Nell’Unione, il tasso di disoccupazione tra i lavoratori immigrati nel periodo 2007-2009 ha registrato una crescita di 3,1 punti percentuali, a fronte di un incremento dello 0,7% tra gli autoctoni.
In Italia non deve trarre in inganno la crescita degli occupati stranieri rilevata nel secondo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 (+184 mila), perchè contestualmente è diminuito il tasso di occupazione dello 0,7%. L’aumento, quindi, e’ dovuto semplicemente alla crescita della popolazione straniera, il cui incremento è più che proporzionale rispetto ai nuovi occupati.
Decisamente negativi sono anche i dati sugli stranieri disoccupati o in cerca di lavoro, cresciuti nell’ultimo anno rispettivamente del 2,2% e del 40,8%. Tra gli italiani, invece, le persone in cerca di occupazione sono cresciute dell’8,1% e il tasso di disoccupazione è al 7,4%, 0,6 punti sopra il livello dello scorso anno, ma ben lontano dall’11% riferito agli stranieri. Nel secondo trimestre del 2009 sono proprio i comparti nei quali è più elevata l’incidenza di manodopera straniera, le costruzioni e l’industria in senso stretto, a far registrare i cali occupazionali maggiori rispetto allo scorso anno (rispettivamente del 2,1% e del 3,9%).
Indicativi anche i dati relativi alle assunzioni di lavoratori stranieri previste per il 2009 da parte delle imprese private. La stima di Unioncamere traccia un quadro speculare, a seconda che si tratti di lavoro stagionale o meno: nel primo caso si prevede l’assunzione di 231 mila lavoratori immigrati (+7,9% rispetto al 2008), nel secondo le assunzioni dovrebbero riguardare 92.500 immigrati; poca cosa rispetto alle 171.900 del 2008.
Vi sono altri aspetti che danno atto delle difficoltà che gli immigrati stanno affrontando. Si pensi al mercato immobiliare: nel biennio 2007-2008 le compravendite di abitazioni concluse da lavoratori immigrati sono diminuite del 23,7% e si stima un’ulteriore contrazione del 12,6% nel 2009, con la prima parte dell’anno che e’ stata davvero critica, facendo registrare una diminuzione del 40% rispetto al 2008.
Parimenti, la quota dei mutui immobiliari accesi dagli immigrati è in costante calo dal 2006, quando era il 10,1% del totale, scesa a fine 2008 al 7,6% e poi al 6,6% all’inizio del 2009. È in crescita, invece, il flusso di rimesse in uscita dall’Italia, ma solo in ragione dell’aumento degli immigrati: infatti, a fronte della crescita degli importi complessivi (+5,6%), che pure fanno registrare l’incremento minimo registrato da dieci anni a questa parte, si assiste ad una netta diminuzione delle rimesse procapite (-9,6% rispetto al 2007).
L’unico dato in controtendenza attiene all’imprenditoria straniera: a dispetto del momento difficile attraversato dagli imprenditori italiani, il cui numero e’ calato dello 0,4% tra la fine del 2008 e la prima metà del 2009, gli imprenditori stranieri sono in crescita del 2,4% e ormai rappresentano il 6% della classe imprenditoriale in Italia.
Loy (Uil): "Più tempo a chi cerca lavoro"
"La crisi economica colpisce di più gli immigrati, serve allora un uso intelligente degli ammortizzatori sociali per evitare che si allarghi l’area dell’irregolarità” commenta Guglielmo Loy, segretario confederale Uil.
Loy ricorda che “un lavoratore straniero, se perde il lavoro e non lo ritrova entro sei mesi, diventa irregolare e finisce per andare ad ingrossare il grande esercito del lavoro nero. Una perdita grave, sia per il migrante che si ritrova in una condizione di perdita di diritti, sia per l’erario, che perde tasse e contributi, sia anche per la civile convivenza nel nostro Paese. Gli effetti della crisi economica saranno superati ed avremo ancora bisogno di questi lavoratori. Sarebbe allora ingiusto chiedere loro di ritornare in Patria, magari dopo molti anni di residenza nel nostro Paese".
Per la Uil, "un uso più accorto degli ammortizzatori sociali potrebbe dare più tempo allo straniero licenziato di trovare un nuovo lavoro. Abbiamo già proposto e torniamo a chiedere con forza al Governo che l’indennità di disoccupazione sia considerata reddito valido ai fini del permesso di soggiorno e che il periodo di sei mesi per ricerca di occupazione, scatti solo dopo gli otto mesi di disoccupazione assistita”.
“Aiutare chi e’ vittima della crisi, anche se straniero, aiuta anche noi ad uscire da un clima di ingiusta contrapposizione tra lavoratori e cittadini" conclude Loy.