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Imprenditori immigrati. 335 mila ditte individuali, in testa marocchini e cinesi

Sempre più numerosi gli stranieri che avviano un’attività in Italia, mentre calano le ditte degli italiani. Unioncamere: "Impresa strada di integrazione"

Roma – 7 aprile 2015 – Probabilmente conta la crisi e la necessità di mettersi in proprio se altri non ti danno un lavoro. E certo pesa anche una spiccata tendenza, anche culturale, all’autoimprenditorialità. Fatto sta che le ditte individuali con titolari immigrati continuano a crescere, a differenza di quelle degli italiani.

Unioncamere, analizzando i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, ha contato in Italia nel 2014 335 mila ditte individuali di cittadini extracomunitari, con un aumento di 23mila unità rispetto all’anno precedente. Ormai nel nostro Paese una ditta individuale su dieci è guidata da un immigrato.

I più numerosi sono gli imprenditori marocchini, con 64 mila ditte, il 19,1% del totale di quelle guidate da extracomunitari, concentrate soprattutto nel settore del commercio (46 mila). Seguono, con 47 mila ditte, gli imprenditori cinesi, attivi soprattutto nel settore manifatturiero (16 mila), nella ristorazione (5 mila ristoranti) e in forte crescita anche tra i parrucchieri e nelle attività di servizio alla persona. Si conferma poi la forte presenza egiziana nella ristorazione (2.500, secondi dopo i cinesi) e degli albanesi nelle costruzioni (oltre 23mila, primi assoluti).

In valori assoluti, sottolinea ancora Unioncamere, il primato della crescita spetta però al Bangladesh che, con un aumento di 4.900 imprese, supera le 25mila ditte individuali, fortemente concentrate nei servizi alle imprese (call center, copisterie, ecc.). Alle sue spalle, il Marocco, con oltre 3.100 imprese in più negli ultimi dodici mesi. Quindi la Cina, con quasi 2mila nuove attività.

Lo studio suggerisce che le imprese individuali degli immigrati siano più capaci di affrontare la crisi rispetto a quelle degli italiani. Nel 2014 le iscrizioni di ditte “straniere” sono aumentate di 4.264 unità rispetto al 2013, mentre le cessazioni si sono ridotte di 1.533. Nel caso degli italiani, invece, le cessazioni sono diminuite (28.619 in meno dell’anno precedente), ma c’è stata anche una riduzione delle iscrizioni (-12.540 rispetto al 2013), e questo ha portato a una riduzione complessiva di oltre 35 mila unità tra le imprese individuali guidate da italiani.

“Le trasformazioni che sta subendo il nostro sistema produttivo rispecchiano chiaramente l’evoluzione in corso della nostra società, sempre più sollecitata dall’arrivo di persone provenienti da paesi stranieri”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “La crescente diffusione di queste iniziative imprenditoriali dimostra che l’impresa resta una delle strade migliori per l’integrazione e la coesione sociale. Teniamo conto che, considerando anche le società di capitali, la presenza immigrata in Italia nel mondo imprenditoriale sale ancora, raggiungendo le 500mila unità”.

I dati di Unionecamere sulle ditte individuali dei cittadini extracomunitari in Italia 

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