Per la Germania si prospettano anni di forti ondate migratorie, dovute alla crisi economica che sta colpendo con maggior forza i Paesi del sud Europa quali Grecia, Spagna, Portogallo e Italia.
Secondo uno studio dell’istituto Kiel Economics fino al 2017 gli immigrati saranno circa 2 milioni in più rispetto a quelli che decideranno di lasciare la il paese. Il picco, secondo le stime, si riscontrerà nel 2014, anno in cui sarà di circa 500.000 la differenza tra chi arriverà e chi deciderà di cercare fortune altrove.
Gli esperti di Kiel Economics si aspettano sì una stabilizzazione delle economie mediterranee, tuttavia nei prossimi cinque anni la crescita debole non basterà a far calare sensibilmente la disoccupazione. L’aumento degli arrivi si spiega anche con un secondo effetto, consistente in una variazione dei movimenti migratori: le persone, specie dell’Est Europa, che prima della crisi sceglievano di trasferirsi in Spagna, Inghilterra o Irlanda oggi prendono sempre più la strada della Germania, oppure vi arrivano direttamente dalle città spagnole, inglesi o irlandesi in cui avevano cercato un posto in passato.
A trarre vantaggio dal boom dell’immigrazione potrebbe essere l’economia tedesca: già oggi la Germania registra in alcuni settori – in particolar modo nelle professioni tecniche e scientifiche, nell’informatica e nella matematica – una carenza di personale altamente qualificato, un problema destinato ad acuirsi in futuro a causa dell’invecchiamento della popolazione tedesca.