L’osservatorio Makno & consulting per il Ministero dell’Interno. Scarica la sintesi Roma – 29 aprile 2008 – Nel giro di un anno gli italiani sono diventati più diffidenti nei confronti degli immigrati, in particolare verso gli islamici, chiedono più controlli e rispetto della legalità e ritengono che la regolazione dell’ immigrazione sia uno dei principali problemi del Paese. La maggior parte degli immigrati dice invece di trovarsi bene in Italia, ma chiede anche uno snellimento delle pratiche burocratiche il riconoscimento dei titoli di studio. E, tra gli islamici, sono molti quelli che denunciano discriminazioni a causa della loro religione.
Sono alcuni dei risultati dell’Osservatorio sociale sulle immigrazioni 2008 realizzato da Makno & consulting per il Viminale, presentata oggi a Roma dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato. Un’indagine che ha coinvolto 1.000 italiani e 1.000 stranieri in Italia.
Nel corso dell’ultimo anno, secondo il sondaggio, è stabile la popolazione che prova sentimenti di apertura/disponibilità nei confronti degli immigrati (42%), mentre sono raddoppiati i cittadini che manifestano sentimenti di diffidenza (dal 5,9% della precedente rilevazione all’11,3% dell’ultima) ed indifferenza (dal 10,7% al 17,1%).
È l’immigrazione dai Paesi islamici ad apparire più problematica alla maggior parte degli italiani (55%). I problemi specifici sono costituiti dalla insofferenza degli islamici nei confronti della religione cattolica (28%), dal loro atteggiamento critico nei confronti della cultura e delle tradizioni italiane (25%) e dal pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste (17%).
La maggioranza degli italiani, prosegue la ricerca, ritiene che gli immigrati siano una risorsa economica per le imprese italiane (57%), che siano utili per l’assistenza agli anziani (68,4%), che la maggioranza degli immigrati sia onesta (51%) mentre sono gli immigrati clandestini (il cui numero è percepito in aumento) a rappresentare un problema per la sicurezza dei cittadini (52%). Su queste basi, aumentano i consensi alla concessione della cittadinanza italiana agli immigrati dopo cinque anni di regolare presenza e previo esame sulla effettiva conoscenza della lingua italiana (59%).
Il 77% degli immigrati intervistati esprime una valutazione positiva sulla propria permanenza in Italia. Crescono, tuttavia, quelli che pensano di tornare al proprio Paese d’origine appena possono (dal 22,4% del 2007 al 26% del 2008). La maggioranza (58%) appare potenzialmente interessata a chiedere la cittadinanza italiana, mentre il 15%-20% appare completamente disinteressato.
Oltre il 70% esprime soddisfazione nei confronti del proprio lavoro. Il restante 30% scarso è insoddisfatto (12%) e non soddisfatto ma neppure insoddisfatto (17%). I principali motivi di insoddisfazione sono la scarsa remunerazione e la mancanza di sicurezza di continuità (entrambi con il 46%), seguiti dal fatto che si tratta di un lavoro faticoso (37%) e senza un regolare contratto (34%).
Anche la maggioranza relativa degli immigrati non islamici (44,5%) ritiene che l’immigrazione dai Paesi islamici ponga più problemi delle immigrazioni originate da altri Paesi. Inoltre, quasi il 50% degli immigrati cristiani e di altre religioni è contraria al fatto che gli islamici possano costruire moschee in Italia: una percentuale notevolmente più elevata di quella registrata tra gli italiani (31%).
Per gli immigrati islamici intervistati, i principali problemi che incontrano gli islamici in Italia sono la difficoltà di rispettare le proprie pratiche religiose (40%), il rischio di perdere i valori della propria cultura (30%), la difficoltà di trovare cibi rispettosi della cultura e tradizioni del proprio paese (28%) ed il fatto che in Italia c’é troppa libertà (22%). Il 23% degli immigrati islamici afferma, invece, di non trovare alcuna difficoltà in Italia e, anzi, di trovarcisi bene.
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