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Milano. 8 mila nuovi posti di lavoro, anche per gli italiani, nelle imprese degli immigrati

Senza l’imprenditoria etnica, sarebbe sparito l’1% delle attività. In molti settori, dai phone center alle pulizie, gli stranieri sono maggioranza

Milano – 4  aprile 2013 – L’economia di Milano “tiene” grazie agli stranieri. Senza di loro nel 2012 le imprese sarebbero calate dell’1%, con 2.600 attività in meno.

Lo dice un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, attraverso il Lab MiM, su dati Infocamere relativi alle ditte individuali e alle imprese con la maggioranza di controllo in mano non italiana presenti a Milano al quarto trimestre 2012

Le piccole imprese (ditte individuali) con un titolare straniero a Milano sono oltre 26 mila (+11,5%), pari al 22% milanese delle stesse ditte individuali e occupano quasi 40 mila persone (+4 mila in un anno): tra gli occupati 1 su 5 è italiano. Se consideriamo tutte le imprese (comprese Srl, Spa, ecc. con almeno la maggioranza di controllo in mano non italiana), il numero di tali imprese passa ad oltre 34 mila, il 12% del totale milanese  e il numero di occupati sfiora i 100 mila (97 mila: +8 mila in un anno).

I piccoli imprenditori stranieri sono soprattutto egiziani (1 su 5), cinesi (15,8% del totale) e rumeni (8,7%). Nel corso dell’ultimo anno, c’è stato però un boom di imprese di cittadini originari del Bangladesh (+26%).

In diversi settori gli imprenditori stranieri sono la maggioranza. Succede nei phone center e internet point (485 imprese straniere su 523: il 92,7% del totale), nel commercio al dettaglio ambulante di bigiotteria (91,8%), nel commercio al dettaglio ambulante di tessuti (86,3%) o di fiori (75,1%), nel commercio di tappeti (sia al dettaglio, 69,8%, che all’ingrosso, 74,5%) ma anche nella spedizione di materiale propagandistico (62,3%), e nell’attività di sgombero di cantine e solai (61,9%). Se poi consideriamo solo le piccole imprese, ecco, tra gli altri, i servizi dei centri per il benessere fisico e massaggi (67,7% del totale, +1% in un anno), le attività di traduzione e interpretariato (67,1%: +2%) e l’attività di pulizia degli edifici (64,6%: +1,8%).

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