Il bilancio demografico dell’Istat. Meno ingressi dall’estero e meno nati anche tra gli stranieri, ma la popolazione cresce solo grazie a loro. Boom di nuovi cittadini
Roma – 15 giugno 2015 – Anche lo scorso anno le morti hanno superato le nascite in Italia, centomila funerali in più rispetto ai fiocchi azzurri o rosa.
Numeri simili non si vedevano dal biennio 1917-1918, quando ancora infuriava la prima guerra mondiale e si affacciava da noi la terribile influenza Spagnola. Stavolta, però, a segnare un bilancio così triste non sono conflitti ed epidemie, ma una popolazione sempre più vecchia. E sempre meno propensa a fare figli. Tanto che se non scompare è solo grazie agli immigrati, che pure stanno scegliendo altri lidi.
Il bilancio demografico nazionale pubblicato oggi dall’Istat, dice che al 31 dicembre 2014 in Italia vivevano 60.795.612 persone, appena 12.944 unità rispetto all’anno precedente. Considerando solo la popolazione straniera, c’è stato invece un incremento di 92.352 unità, portando gli immigrati a 5.014.437, pari all’8,2% dei residenti.
“La popolazione residente nel nostro Paese – scrivono i ricercatori – è arrivata alla crescita zero e i flussi migratori riescono a malapena a compensare il calo demografico dovuto alla dinamica naturale. Se i residenti si scompongono in base alla loro cittadinanza (italiana e straniera), la componente italiana risulta in diminuzione (-83.616), seppur mitigata dall’acquisizione della cittadinanza italiana di una parte sempre più ampia della componente straniera”.
Comunque anche l’immigrazione sta rallentando. Gli iscritti in anagrafe provenienti da un Paese estero sono stati circa 280 mila, di cui il 90% sono stranieri. Gli italiani che rientrano dopo un periodo di emigrazione all’estero sono poco meno di 30 mila. Al contrario, coloro che hanno lasciato il nostro Paese sono circa 136 mila, di cui quasi 90 mila sono italiani.
Nel 2014 sono stati registrati quasi 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente. Anche i nati stranieri continuano a diminuire (-2.638 rispetto al 2013), pur rappresentando il 14,9% del totale dei nati. Evidentemente , una volta qui, di fronte alle difficoltà economiche e di conciliazione tra lavoro e vita familiare, anche gli immigrati iniziano a pensarci su prima di procreare.
Sono quasi 200 le diverse nazionalità presenti in Italia, ma da sole le cinque più numerose raggruppano oltre il 50% (2.563.260). Sono quella romena, 1.131.839 residenti, il 22,6% del totale. Seguono i cittadini dell’Albania (490.483, il 9,8%), del Marocco (449.058, il 9,0%), della Cina (265.820, il 5,3%) e dell’Ucraina (226.060, il 4,5%).
Sono però sempre più numerosi quanti compiono il salto da stranieri a italiani. “Nel 2014 – spiega l’Istat – sono state registrate le acquisizioni di cittadinanza italiana di 129.887 cittadini stranieri (oltre 26 ogni mille), un valore in forte crescita rispetto all’anno precedente (+29%)”.
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