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Viminale: Presentato il primo Rapporto sull’immigrazione

È multietnico solo il Centro-Nord. Bassa l’età della popolazione immigrata, crescono i matrimoni misti e le nascite di figli con genitori stranieri

Roma – 29 aprile 2008 – Gli stranieri in Italia sono il 5% del totale dei residenti. Ma c’é una netta differenza tra il Centro-Nord, dove gli immigrati rappresentano il 6,8% della popolazione e il Sud, dove la quota si ferma all’1,6%. È quanto emerge dal primo Rapporto del ministero dell’Interno sull’immigrazione in Italia (curato da Marzio Barbagli) presentato oggi dal ministro Giuliano Amato.

Il documento conta 2.414.972 permessi di soggiorno validi al 1° gennaio 2007 e 2.938.922 residenti alla stessa data. Si tratta di dati dell’Istat, nettamente più bassi rispetto a quelli dell’ultimo Dossier Caritas/Migrantes che parla di 3.690mila presenze regolari. C’è da considerare che i numeri del ministero non tengono conto di tutti i minorenni iscritti nel permesso dei propri genitori. E non comprendono – come spiega Asher Colombo, autore del relativo capitolo – i documenti di soggiorno scaduti, in fase di rinnovo.

Il Rapporto si sofferma sul fatto che se l’Italia ha oggi un numero di stranieri ancora di gran lunga inferiore a quello del resto d’Europa, il dato del Centro-Nord è vicino, o anche superiore, a quelli di Francia, Svezia, Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi.

"La crescita solo modesta della presenza straniera al Sud e quella assai più forte al Nord – sottolinea lo studio – potrebbero rendere questa forbice, in assenza di fattori che ne cambino la direzione, ancora più ampia, avvicinando rapidamente le zone centro-settentrionali ai Paesi di più antica immigrazione". Secondo l’Istat, al 1 gennaio 2007, più dell’88% della popolazione straniera risiede al Centro-Nord, di cui un quarto in Lombardia. Seguono Veneto, Lazio ed Emilia Romagna.

Altro dato che emerge dal focus del Viminale è quello relativo all’età dei nuovi cittadini. Tra gli stranieri prevalgono i minori e le persone in età attiva e riproduttiva. L’età media è di 30,4 anni, inferiore a quella dei residenti complessivi (42,3 anni). Quasi un quarto degli stranieri residenti in Italia è minorenne. Inoltre, un cittadino straniero su due ha tra i 18 e i 39 anni, contro il 29,2% della popolazione totale nella stessa classe di età.

Quanto alle nazionalità dei migranti, il documento osserva come negli ultimi anni c’é stato un calo per marocchini, tunisini e filippini, mentre sono in aumento albanesi e cinesi. A partire dalla seconda metà degli anni ’90 hanno cominciato a guadagnare posizioni anche i romeni che all’1 gennaio 2007 sono una delle comunità più numerose (278.000 permessi), subito dopo quella albanese (280.000). Incrementi straordinari sono stati poi registrati per ucraini (in quattro anni da 12.730 a 120.070) e moldavi (da 6.974 a 55.803): sono soprattutto donne.

Gli immigrati contribuiscono anche a far crescere il tassi di natalità. Nel 2006 i bambini nati in Italia da genitori stranieri sono stati 57.765 (+11% rispetto all’anno precedente), pari a circa il 10% del totale dei nati in Italia. Il loro numero per mille stranieri residenti in Italia è praticamente raddoppiato nel corso di poco più di 10 anni: da 11,6 nati per mille stranieri nel 1993 si è passati a 22 nel 2006. In totale sono presenti circa 398 mila cittadini stranieri residenti nati in Italia, la seconda generazione di immigrati, che rappresentano il 13,5% del totale della popolazione straniera residente.

Il Rapporto esamina anche il fenomeno dei matrimoni misti. Quelli celebrati nel 2004 sono stati 17.835 e costituiscono il 9% del totale delle unioni registrate in quest’anno, fino a punte del 12% nelle aree centro-settentrionali del Paese. Nel 76% dei casi si tratta di uomini italiani che scelgono una moglie straniera.

Infine, la clandestinità, per quanto difficile da quantificare, è un altro degli argomenti trattati. Risulta che nella categoria immigrati irregolari coesistono tipi assai diversi di stranieri: ci sono quelli che entrano legalmente, ma poi rimangono oltre i tempi consentiti; poi ci sono tutti coloro che entrano illegalmente; seguono quelli che entrano per l’azione delle organizzazioni dedite al traffico di esseri umani; infine, parzialmente sovrapposta alla precedente, c’é una forma di immigrazione illegale con scopi direttamente criminali, o per sfuggire a indagini o arresti al Paese di origine. Sono particolarmente elevate le presenze irregolari dall’Europa dell’Est, in particolare Romania e Ucraina.

Scarica il Rapporto.

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