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Viaggio in Serbia, culla di storia e modernità

Alla scoperta di una terra contesa: tra paesaggi naturali, monasteri, rivine romane, città antiche e moderne metropoli

La migliore espressione della cultura e della ricchezza della Serbia si trova negli antichi monumenti della valle del fiume Raška. Tra i fitti boschi e le solitarie vallate si adagia indisturbato un complesso di chiese, monasteri e fortezze. Questo custode dell’arte si trova vicino alla città di Stari Ras, la prima capitale della Serbia medievale, che recenti scavi hanno riportato alla luce.

Sopocani
Il monastero di Sopocani è il simbolo di quell’epoca d’oro della storia serba. E’ stato costruito nella seconda metà del XIII secolo dal re Stefan Uroš I. Nel 1979 è stato proclamato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La struttura è fatta di pietra bianca, mentre l’interno è ricco di affreschi di grande valore storico-culturale. Sopocani fu distrutto dai turchi nel 1689, ma riacquistò il suo aspetto originale grazie a due restauri del ‘900.

Monastero di Studenica
Altro monastero che figura tra i patrimoni dell’umanità è quello di Studenica. È uno dei più grandi e ricchi della Chiesa Ortodossa Serba. Rappresenta il capolavoro dell’arte bizantina in Serbia e fa parte di un complesso che nel Medioevo fu il centro spirituale del paese. Le sue pitture murali in stile bizantino del XIII e del XIV secolo rivestono una grande importanza per l’arte europea, sono di altissima qualità e hanno ispirato non pochi pittori occidentali. Il monastero venne fatto erigere nel 1190 da Stefano Nemanja, fondatore della Serbia come stato indipendente. Le sue mura fortificate racchiudono due chiese: la Chiesa della Vergine e la Chiesa del Re, entrambe costruite in marmo bianco.

Un altro monastero che vale la pena visitare è quello di Manasija. Risale agli inizi del XV secolo e non ha molto a che vedere con i primi due, ma è una interessante testimonianza storica. Esteriormente sembra più una fortezza che un luogo spirituale e ha pochi affreschi sopravvissuti bene al tempo. Ma chi viene a visitare la Serbia, generalmente inizia dalla sua capitale, Belgrado.

Belgrado
Nella sua visita il turista deve tenere conto del fatto che la capitale serba è stata distrutta per ben quaranta volte. Questo fatto giustifica la mancanza di armonia che si avverte girando per le sue strade. Ma ciò non le impedisce di avere un suo fascino. Oggi Belgrado sembra una metropoli occidentale, con i suoi locali, ristoranti e bar all’ultima moda. Il centro più ‘in’ della città è lo Kneza Mihaila, un viale pedonale pieno di caffè che attraversa la città vecchia.

Novi Sad
Questa cittadina universitaria che si affaccia sul Danubio si trova a nord della capitale ed ha un aspetto molto accogliente. E’ moderna, vivace e multietnica e offre un’atmosfera frizzante che non ci si aspetta da una piccola città serba. Vale sicuramente la pena visitare anche Petrovaradin, la cittadella che sovrasta maestosamente sovrasta Novi Sad. Camminando lungo le sue stradine, tra le vecchie mura, si può osservare uno splendido panorama. Qualcuno ha infatti sopranominato Petrovaradin la "Gibilterra del Danubio". Il più grande piacere nel visitare la cittadella, costruita tra il 1699 e il 1780, consiste nel camminare tra le sue mura ammirando lo splendido panorama.

Le rovine romane
Gamzigrad è situata a sud del Danubio. Simbolo della città è il palazzo Galerio, incluso nel 2007 tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. L’attrazione maggiore sono le rovine dell’Impero romano, che compongono il complesso di "Felix Romuliana", uno dei più importanti siti europei dell’epoca tardo romana. Si tratta di un palazzo imperiale eretto da uno dei tetrarchi, Galerio. Gli scavi nella fortezza hanno portato alla luce i resti di un palazzo con mosaici, bagni e porte impressionanti. Tra le importanti scoperte ci sono ritratti di regnanti su pietre purpuree egiziane e monete dell’epoca antica.

Sirogojno
Infine, se si vuol vedere un villaggio serbo del XIX secolo, questo è possibile a Sirogojno. Qui tutto è stato ricostruito come era una volta: le case dagli alti tetti arredate seguendo le tradizioni locali, i camini accesi, profumi di pietanze tipiche, da gustare in un ristorante fatto in legno.

Antonia Ilinova

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