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In Kenya c’è un conflitto politico, non etnico

La gente manifesta contro un governo che non ha eletto. I kenioti amano la pace, si  considerano kenioti, non Luo, Kikuyu o Maasai Appena sono scoppiati episodi di violenza in Kenya dopo l’annuncio dei  risultati delle elezioni presidenziali del 27 dicembre, tanti media  occidentali hanno cominciato a parlare di conflitto etnico e di pulizia  etnica nel paese. L’opinione pubblica in occidente è ormai convinta  che in Kenya ci sia un conflitto etnico, che va verso un genocidio.

Prima di tutto, è importare precisare che le proteste scoppiate dopo l’annuncio  dei risultati non avevano niente a che fare con le proteste etniche. Erano  proteste fatte dalle persone che si sentivano e che si sentono ancora  defraudate.

Fino ad oggi più di 300 persone hanno perso la vita negli scontri e non si  può dire con certezza a quali tribù appartengono. La maggior parte dei morti  sono stati uccisi nei conflitti con le forze dell’ordine che invece di  garantire sicurezza ai manifestanti, hanno aperto il fuoco contro di loro. Le persone uccise e ferite dalle forze dell’ordine sono molte di più di quelle uccise nei conflitti tra le persone che appoggiano diversi schieramenti politici.

Ci sono episodi isolati di rabbia contro persone di specifiche etnie, ma  questi sono veramente rari.

Visto che i due principali candidati alle elezioni presidenziali erano Mwai  Kibaki (che appartiene alla tribù Kikuyu) e Amolo Raila Odinga (che  appartiene alla tribù Luo), i media hanno fatto presto a dire che il  conflitto in Kenya era tra i Luo e i Kikuyu, facendo credere che sono i  kikuyu le vittime di pulizia etnica.

In realtà, il numero di morti e feriti di altre tribù è molto più alto di  quello dei kikuyu.

Il conflitto in Kenya per il momento è un conflitto politico, non etnico. Ed  è un conflitto che si poteva evitare in due modi. Prima di tutto, non  assegnando la vittoria a Kibaki quando era ormai chiaro che i risultati  delle elezioni erano stati manipolati.

Secondo, non dispiegando la polizia con l’ordine di sparare e  uccidere i manifestanti nelle zone che hanno votato in blocco per il  candidato dell’opposizione. Ci si chiede perché prima dell’annuncio dei  risultati delle elezioni presidenziali, il governo abbia mandato i  poliziotti e i paramilitari nelle zone che hanno votato di più il candidato  dell’opposizione.

La forza con cui la polizia ha trattato i manifestanti ha  aumentato la rabbia contro il governo. La presenza delle forze dell’ordine  ha dato alla gente il segnale che il presidente che non avevano eletto era  disposto ad usare la forza contro il popolo per rimanere al potere. E questo  sicuramente non è stato preso bene dalla gente.

Uno sbaglio che qualcuno ha fatto che potrebbe far soffrire i kikuyu è  quello di manipolare i voti dalla loro zona, i voti che hanno fatto sì che  Kibaki diventasse presidente. Il popolo innocente rischia di pagare per uno  sbaglio fatto da qualcuno per i propri interessi politici.

Infatti è per questo che se veramente ci sarà un conflitto etnico in Kenya  (e non me lo auguro proprio), i kikuyu rischierebbero di trovarsi da soli  contro la maggior parte dei tribù del Kenya. Non sarà mai un conflitto tra i  kikuyu e un’ altra tribù, ma tra i kikuyu e tantissime altre tribù.

Per il momento si può solo parlare di un conflitto provocato dai brogli  elettorali, della gente che manifesta contro il governo che non ha eletto,  lo stesso governo che fa uso delle forze dell’ordine per reprimere i  manifestanti.

Ma non è detto che rimarrà così a lungo. Se non si risolve presto questo  caos nel paese, questi piccoli episodi di intolleranza potrebbero crescere  buttando il paese nel caos. 

Conoscendo i kenioti che hanno sempre vissuto in pace e in armonia tra le varie tribù, non credo però che ci sarà un vero conflitto etnico nel paese. I kenioti amano la pace, si  considerano kenioti, non Luo, Kikuyu, Maasai, ecc. Vivono negli stessi  quartieri, vanno nelle stessi luoghi di culto, lavorano negli stessi posti.  C’è un armonia perfetta tra le varie tribù del Kenya con tanti matrimoni  misti. 

Ecco perché un episodio non dovrebbe essere usato per parlare di  conflitto etnico.

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