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L’opposizione rilancia la protesta

Tra mercoledì e venerdì manifestazioni contro i risultati irregolari delle presidenziali. Inizia la mediazione di Annan Roma – 14 gen 2008 – Dopo il fallimento della mediazione condotta dal presidente di turno dell’Unione Africana (UA), John Kufuor, l’Orange Democratic Movement (ODM), il partito guidato da Amolo Raila Odinga, ha deciso di riprendere le proteste in tutto il Paese contro i risultati irregolari delle elezioni presidenziali.

Il segretario generale di ODM Anyang Nyong’o ha annunciato che ci saranno proteste per tre giorni in 16 città da mercoledì a venerdì prossimo. ODM dice che l’obiettivo  è costringere il presidente Mwai Kibaki ad accettare di avere un dialogo per giungere a una soluzione alla crisi coinvolgendo dei mediatori internazioni.

Il Kenya si è trovato immerso in una crisi politica dopo l’annuncio dei risultati delle contestate elezioni presidenziali del 27 dicembre scorso.

L’ ODM ha chiesto l’assistenza della polizia per garantire la sicurezza ai manifestanti ma il governo di Kibaki ha detto che non intende tollerare proteste dell’opposizione. “I Kenioti hanno diritto a fare una protesta pacifica contro la violazione dei loro diritti fondamentali,” ha detto Nyong’o, facendo appello a tutti i kenioti perchè aderiscano alle manifestazioni.

Secondo l’ ODM, la mediazione di Kufuor è fallita perchè il governo di Kibaki non aveva alcun interesse a raggiungere una giusta soluzione. “La mediazione è fallita perché l’altra parte [la parte di Kibaki n.d.r.]ha rifiutato di negoziare con noi. Abbiamo lavorato duramente con altri partiti per trovare una soluzione giusta, ma sfortunatamente la parte di Kibaki non vuole una soluzione giusta,” ha detto Nyong’o.

Secondo il quotidiano nazionale The Nation, la mediazione di Kufuor è fallita quando il presidente Kibaki ha rifiutato di firmare un documento preparato da un gruppo di mediatori da parte di ODM e PNU, il partito di Kibaki.

Il segretario generale di ODM Nyong’o ha affermato che il documento è nato con l’assistenza dei partner internazionali. Il documento doveva essere firmato dal Presidente Kibaki alla presenza dei rappresentati di Uunione europea, Inghilterra, USA, ma quando hanno inviato a Kibaki l’ultima versione attraverso il presidente del Ghana, Kibaki ha rifiutato di firmarlo dicendo che era stato preparato da persone che lui non conosce. È a questo punto che la mediazione è fallita.

Il documento impegnava Odinga e Kibaki a permettere un’indagine indipendente sulle irregolarità nei risultati dei voti presidenziali, ad accettare nuove elezioni presidenziali e nel frattempo a formare un governo di transizione. L’accordo impegnava i due leader ad attivarsi per porre fine alla violenza nel paese.

The Nation ha citato un portavoce dell’ambasciata britannica a Nairobi che ha affermato che anche se l’ambasciata non era coinvolta nella stesura del documento, ne era informata. Ha anche affermato che l’ambasciata sapeva che Kibaki e Odinga erano stati informati della stesura del documento e del suo contenuto.

Il governo del Kenya però nega tutto. Il ministro degli affari esteri Moses Wetangula sostiene che il documento è stato preparato da una sola parte e che non faceva parte dei negoziati.

Adesso si ricomincia da capo con i nuovi negoziati. L’ex segretario delle nazioni uniti Kofi Annan, che ha accettato di assumere la guida delle trattative, dovrebbe arrivare a Nairobi martedì prossimo. Ha chiesto a tutte le due parti in conflitto di evitare mosse che potrebbero compromettere la ricerca di una soluzione amichevole alla crisi del Paese.

 

Stephen Ogongo
direttore Africa News & Nouvelles

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