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Romania nell’Ue. Il console: “Nessuna invasione, molti torneranno a casa”

"Tra poco sarà più conveniente rimanere o ritornare in Romania". "Noi non abbiamo avuto paura dell’"invasione" degli italiani" MILANO – "L’ingresso nell’Ue è un fatto importante, ma non la tappa finale nei nostri sforzi di integrazione e comunque i flussi reciproci tra Italia e Romania continueranno a svolgersi senza nessuna invasione".

Mircea Gheordunescu, console generale per la Romania a Milano, saluta con gioia l’ingresso del suo Paese nell’Unione europea ("ritorniamo nella casa comune" spiegava in un’intervista di qualche mese fa), ma vuole tranquillizzare chi teme ondate di cittadini romeni verso l’Italia e suggerisce di guardare all’allargamento anche da un altro punto di vista, quello dell’immigrazione italiana in Romania.

Console, come giudica il "doppio binario" per le assunzioni voluto dal governo?
Speravo che l’Italia, che è stato il nostro grande avvocato per l’ammissione europea, non facesse nessuna discriminazione, soprattutto perché gli italiani hanno conosciuto il pane non tanto dolce dell’emigrante, anche in Romania

In Romania?
Certo, mio nonno materno, per esempio, era un italiano venuto in romania nel 1880. Pochi sanno che una delle prime emigrazioni dopo l’unità d’Italia fu verso la romania. Gli italiani nel nostro Paese formano anche adesso una minoranza di vecchia data, talmente inserita che ha sempre un rappresentante in Parlamento, indipendentemente dal numero dei voti. Comunque sulle restrizioni l’Italia avrebbe potuto prendere posizioni ancora più radicali e allora non rimane che aspettare. Speriamo che dopo questo anno di transizione ci si renda conto che è più giusto liberalizzare completamente il mercato del lavoro, soprattutto perché non si rischia nessuna invasione.

Perché?
Perché ormai in Romania ci sono tanti investimenti stranieri, arriveranno anche i fondi europei sopratutto per le infrastrutture, c’è già mancanza di manodopera e gli stipendi aumentano con un ritmo esponenziale. Tra poco sarà più conveniente rimanere o ritornare in romania. A quel punto l’edilizia, l’agricoltura, l’assistenza familiare e infermieristica in Italia come faranno senza i lavoratori romeni?

Infatti proprio per queste categorie sono cadute tutte le restrizioni…
Tra molto il flusso migratorio comincerà ad invertirsi, del resto è un fenomeno che hanno conosciuto anche gli italiani. Al nostro consolato si rivolgono molti romeni che fanno procure, deleghe a persone rimaste in patria per acquistare una casa o un pezzo di terreno. Questo è un segnale chiaro che prima o poi vogliono ritornare.

Questo vale anche per i rom?
Per me i cittadini rom che hanno passaporto romeno sono uguali a tutti i cittadini romeni però è strano che tantissimi italiani non fanno differenza tra romeno e rom, non sanno che non tutti i romeni sono rom e che non tutti i rom sono romeni. Ma questo problema dei rom è un problema europeo che dobbiamo affrontare e risolvere insieme, d’altronde non è nemmeno colpa di questo popolo che dal nord india centinaia di anni fa è stato trascinato in europa dai mongoli. C’è un problema di educazione e di integrazione per il quale ci sono già dei programmi europei in corso anche in Romania.

Quanti sono oggi i romeni in Italia?
Non abbiamo cifre ufficiali, secondo le ultime stime l’anno passato c’erano più di trecentomila romeni regolari e altri 200mila in via di regolarizzazione, ma ora che al conto vanno aggiunti anche quelli che prima erano clandestini noi stimiamo circa un milione di presenze. I romeni si integrano facilmente, si mimetizzano, diventano italiani. ogni romeno che arriva in italia parlicchia un po’ di italiano, in due tre settimane si arrangia, dopo sei mesi in una famiglia romena si parla italiano. Per avere un quadro completo dovremmo inoltre considerare anche i 500mila romeni che lavorano in Romania per l’economia romena e italiana.

Cioè per le imprese italiane in Romania…
Sì, le piccole e medie imprese italiane nel nostro Paese sono più di 25mila, così tante anche per l’ atteggiamento speciale che noi romeni abbiamo verso l’Italia e verso gli italiani. Noi non abbiamo avuto nessuna paura dell’"invasione" degli italiani, né ci spaventa che quasi il 15% dei terreni agricoli o edificabili sono proprietà di cittadini italiani. Se tantissimi italiani si trovano bene in romania, non vedo perché non si possano trovare bene anche in Italia con i romeni che verranno o sono già qui a lavorare.

(8 gennaio 2007)

Elvio Pasca

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