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Un popolo in lotta contro i brogli

La gente non vuole un Presidente che non ha eletto. Il governo schiera poliziotti e paramilitari per sedare la protesta

ROMA 2 gennaio 2008 – Seguo con tristezza gli episodi di violenza che sono scoppiati in Kenya domenica scorsa dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali.

Quasi l’80% degli aventi diritto ha votato e la votazione è andata abbastanza bene. Secondo tutti i sondaggi pre-elettorali il presidente Mwai Kibaki, candidato del partito Party of National Unity (PNU), sarebbe stato chiaramente battuto da Amolo Raila Odinga, candidato dell’ Orange Democratic Movement (ODM).

Tutti i risultati fino all’ultimo minuto indicavano che Odinga stava vincendo le elezioni presidenziali mentre il suo partito stava vincendo le elezioni parlamentari  Ma all’ultimo minuto è successo qualcosa che fino ad oggi non si riesce a capire. Forse, per aiutare  il lettore,  è meglio dare qualche spiegazione.

In Kenya, in ogni seggio c’è un ufficiale della commissione elettorale del Kenya che dopo aver contato i voti in presenza dei candidati di tutti i partiti, annuncia ai presenti i voti, firma una dichiarazione con i voti che poi viene inviata all’ufficio centrale della commissione elettorale del Kenya a Nairobi. La commissione a Nairobi ha il ruolo di fare l’annuncio ufficiale dei risultati.

Quello che è successo in Kenya durante queste elezioni è che tantissimi risultati dei voti inviati alla sede centrale della commissione elettorale del Kenya sono stati modificati a favore dell’ attuale presidente. È questo è stato fatto all’ultimo minuto, quando tutti ormai sapevano che Kibaki aveva perso le elezioni e la gente era pronta a festeggiare l’elezione del nuovo presidente. Ecco perchè l’annuncio della vittoria di Kibaki ha provocato tanta rabbia e caos nel paese.

Qualche esempio del broglio. Nel seggio di Molo (nella provincia di Kibaki), i dati annunciati dopo il conteggio indicava che il presidente Kibaki aveva 50,145 voti, ma la commissione elettorale del Kenya ha annunciato che Kibaki aveva 75,261 voti. In un altro seggio, Kieni, i voti annunciati dopo il conteggio al seggio indicava 54,337 voti per Kibaki, ma la commissione elettorale del Kenya ha annunciato che Kibaki era a quota 72,054.

Le cose sembrano complicarsi ulteriormente per presidente Kibaki con il dubbio espresso dal presidente della commissione elettorale del Kenya Samuel Kivuitu, lo stesso che domenica aveva annunciato che Kibaki aveva vinto le elezioni. In una conferenza stampa, Kivuitu ha ammesso di essere stato vittima di forti pressioni per dichiarare che Kibaki aveva vinto le elezioni presidenziali. “Non so se Kibaki ha vinto le elezioni” ha detto Kivuitu.

Anche gli osservatori internazionali, a cominciare da quelli dell’Unione Europea, hanno bocciato il processo elettorale dicendo che c’erano troppe irregolarità e anomalie. 

Odinga, che sa di aver vinto le elezioni presidenziali, ha chiesto al presidente Kibaki di dimettersi, una richiesta che Kibaki non ha nessuna intenzione di accogliere.  Il popolo arrabbiato dell’imbroglio delle elezioni sta dalla parte di Odinga, esprimendo chiaramente che non accetta un presidente che non ha eletto.

Anche se il governo ha messo poliziotti armati e paramilitari sulle strade per impedire qualsiasi forma di protesta contro l’imbroglio, il popolo è convinto che deve difendere il suo diritto di eleggere il suo presidente. Si può parlare di una rivoluzione fatta dal popolo, perché anche se il governo cerca di far credere che le proteste siano organizzate dall’opposizione, in realtà non è cosi. Le proteste sono spontanee e fatte dalle persone che vogliono il cambiamento.
Domani, giovedì il leader dell’opposizione Odinga ha invitato tutti i kenioti alla manifestazione pacifica a Uhuru park, Nairobi. Il governo ha detto che non permetterà lo svolgimento di questa manifestazione non autorizzata, anche se secondo la legge keniota, non è necessario avere un’autorizzazione per una manifestazione, basta informare le autorità per garantire la sicurezza dei cittadini.

Ma quello che si vede in Kenya adesso è una situazione nella quale la polizia e i militari invece di avere il ruolo di proteggere i cittadini, hanno ordini di sparare e uccidere chiunque manifesti contro il governo. La gente è decisa ad andare alla manifestazione di domani e non si sa cosa succederà. Vi terremo aggiornati.

 

Stephen Ogongo
direttore di Africa News 

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