Oggi per la prima volta ai giornalisti sarà consentito accedere al Centro
ROMA – Padiglioni nuovi, edifici separati per donne, uomini e minori, strutture per le organizzazioni umanitarie, zona adibita a luogo di culto, niente sbarre alle finestre, infermeria, 320 posti letto che in caso di emergenza possono essere raddoppiati.
E’ il nuovo ‘Centro di soccorso e prima accoglienza’ realizzato a Lampedusa in una ex caserma dell’Esercito adibita negli anni ottanta a base logistica.
Un centro che sarà pronto entro fine giugno e che sostituirà definitivamente la vecchia struttura a due passi dall’aeroporto: che con soli 190 posti è quasi sempre in sofferenza. Come in questi giorni, quando sull’isola sono sbarcati circa 500 immigrati, saturando le strutture obsolete del vecchio Cpt. La prefettura di Agrigento ha già trasferito circa 350 extracomunitari, che con tre voli civili e due militari sono stati spostati nei centri di Bari e Crotone.
E oggi, per la prima volta, ai giornalisti sarà consentito accedere al Centro. Una delegazione – guidata dal sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi, dal capo del Dipartimento delle libertà civili e immigrazione del ministero, prefetto Mario Morcone, e dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca – visiterà prima la struttura nei pressi dell’aeroporto e successivamente la nuova, realizzata all’interno dell’isola dopo un accordo tra Viminale e Difesa.Una visita in linea con il nuovo disegno di legge sull’immigrazione Amato-Ferrero.
La realizzazione del nuovo Centro, che resterà comunque una struttura di "passaggio" e di "primo soccorso" è dunque la logica conseguenza di una scelta politica chiara: quella di avere una struttura dove sia privilegiata la qualità dell’accoglienza rispetto alla repressione del fenomeno dell’immigrazione clandestina. Quello di Lampedusa, inoltre, dovrebbe funzionare come modello per gli altri centri in Italia, che dovranno essere ristrutturati o ricostruiti completamente.
Anche perchè è da Lampedusa, secondo i dati dell’Alto commissariato per i rifugiati della Nazioni Unite (Unhcr), che passa la maggior parte degli immigrati che sbarcano sulle coste italiane: degli oltre 22mila arrivati nel 2006, 18mila sono transitati sull’isola, cioè l’82 per cento del totale. Ma non solo. C’è un motivo specifico del perché il Centro sia stato definito di ‘primo soccorso’: delle 10.300 domande di asilo presentate nel 2006, oltre 6mila – circa il 60 per cento – sono di immigrati passati per Lampedusa. Significa, sottolinea l’Unhcr, che l’isola è il primo lembo di terra per chi scappa da guerre e soprusi.
E’ in quest’ottica che nel marzo del 2006 è stata siglata una convenzione tra il ministero dell’Interno da un lato e l’Unhcr, la Croce Rossa e l’Organizzazione internazionale dei migranti (Oim): alle tre organizzazioni sono infatti affidati una serie di servizi per garantire un trattamento più umano degli immigrati. Un’esperienza molto positiva, la definiscono all’Unhcr, che sarà raddoppiata quest’anno con un team mobile delle tre organizzazioni che interverrà su richiesta negli altri centri della Sicilia.
(16 maggio 2007)


