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Stranieri in Italia: tra vulnerabilità e nuove opportunità per un Paese che cambia

Roma, 16 ottobre 2025 – Nel 2024 l’Italia si conferma un Paese sempre più multiculturale, attraversato da profonde trasformazioni demografiche e sociali. Secondo le nuove stime Istat, oltre 2,2 milioni di famiglie si trovano in condizioni di povertà assoluta, un dato stabile rispetto al 2023. Ma dietro questi numeri si nasconde anche un potenziale di cambiamento, legato alla crescente presenza delle famiglie straniere, sempre più protagoniste nella società italiana.

Giovani famiglie e territori in trasformazione

Oltre 1,8 milioni di cittadini stranieri — più di uno su tre — vivono in contesti di vulnerabilità economica. Le famiglie straniere, spesso più giovani e numerose, rappresentano una parte importante del futuro demografico del Paese, contribuendo a mantenere viva la rete sociale e culturale di molte aree, soprattutto nel Mezzogiorno.

Proprio nel Sud, quasi la metà delle famiglie con stranieri e minori affronta difficoltà economiche. Ma la loro presenza costituisce anche una risorsa vitale per territori che rischiano lo spopolamento, rafforzando legami comunitari e rinnovando la vita locale.

Il lavoro come chiave

Il lavoro resta il fattore decisivo per superare le fragilità economiche. Nelle famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, l’incidenza delle difficoltà è più elevata, ma proprio qui si concentra un importante margine di intervento.

Tra gli operai e i lavoratori stranieri, ad esempio, si registra una presenza significativa di famiglie in situazioni di vulnerabilità, ma anche una grande disponibilità ad inserirsi nel tessuto produttivo. Politiche attive mirate, formazione e inclusione possono trasformare queste situazioni in energie positive per l’economia locale.

Differenze territoriali e politiche mirate

Le differenze tra territori restano nette: nel Mezzogiorno la distanza tra famiglie straniere e italiane in termini di condizioni economiche è più marcata, con uno scarto di oltre 30 punti percentuali. Al Nord e al Centro il divario si riduce, segnalando che strategie locali efficaci possono fare la differenza.

L’incidenza della vulnerabilità supera il 30% in tutte le ripartizioni tra le famiglie con stranieri e minori, ma proprio queste famiglie — spesso con figli in età scolare — rappresentano un asse fondamentale per il futuro sociale e produttivo del Paese.

Un’Italia che cresce con l’inclusione

I dati Istat raccontano un’Italia che cambia. Le famiglie straniere non sono soltanto portatrici di bisogni, ma anche di energie demografiche, culturali e lavorative che possono sostenere la crescita comune.

Investire in integrazione, istruzione e lavoro di qualità significa rafforzare la coesione sociale e costruire un Paese più capace di affrontare le sfide future. Non si tratta solo di colmare un divario, ma di trasformare le differenze in un motore condiviso di sviluppo.

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