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Riforma della cittadinanza, a settembre sarà battaglia politica

Una battaglia che vedra’ da un lato buona parte del Pdl e il Pd, e forse anche l’Idv, e dall’altro la Lega ROMA, 14 agosto 2009 – Sara’ battaglia, alla ripresa dei lavori parlamentari a meta’ settembre, sulle modifiche alle norme che regolano la cittadinanza. Una battaglia che vedra’ da un lato buona parte del Pdl e il Pd, e forse anche l’Idv, e dall’altro la Lega.

Molte le proposte all’esame della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, ma l’ultima in ordine di tempo, presentata poche ore prima della chiusura dei lavori per la pausa estiva a firma di Fabio Granata del Pdl e di Andrea Sarubbi del Pd, e’ quella che fa piu’ discutere e che lascia intravedere un confronto duro all’interno della maggioranza tra Pdl e Carroccio.

La proposta bipartisan Pdl-Pd e’ fortemente innovativa rispetto agli attuali meccanismi in vigore per ottenere la cittadinanza. Una proposta che prevede ad esempio che possa diventare cittadino italiano chi e’ nato nel nostro Paese anche se da genitori stranieri, e soprattutto che dimezza i tempi necessari per ottenere lo status di cittadino italiano, dagli attuali dieci anni a cinque, pur in presenza di precisi requisiti come la stabilita’ economica del reddito familiare e la verifica di un livello generale di conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso un esame. Una prospettiva che la Lega, fin d’ora, respinge con il capogruppo Roberto Cota, secondo il quale la cittadinanza ‘abbreviata’ "non passera’ mai".

"La proposta – dice all’ADNKRONOS – uno dei cofirmatari, Granata- e’ in linea con i richiami di Napolitano e Fini alla necessita’ di una reale integrazione degli immigrati ed alla sovranita’ parlamentare. E’ un’iniziativa di legge parlamentare, e non del governo, e se avra’ i numeri in Parlamento, passera’".
"Dopo il via libera al pacchetto sicurezza -ricorda Granata- lo stesso Maroni ha sottolineato l’opportunita’ di inviare un segnale di apertura in direzione di una maggiore integrazione degli immigrati. E la possibilita’ di essere italiani ‘per scelta’ e non in base a meri passaggi burocratici, e con tempi piu’ rapidi, e’ un forte segnale verso una maggiore integrazione". Diventare cittadini italiani significa godere a pieno dei diritti civili previsti dalla nostra Costituzione, voto compreso. La Lega potrebbe non voler spingere in questa direzione.

"La Lega -ribatte Granata- non ha diritto di veto assoluto. In Parlamento crediamo vi sia una sensibilita’ diffusa verso questi temi: se vi sara’ una maggioranza concorde sulla necessita’ di cambiare le norme in questo senso, la Lega dovra’ prenderne atto". Per la Lega ottenere la cittadinanza "dovrebbe essere -spiega Cota- la conclusione di un processo che porta lo straniero ad una perfetta integrazione con il territorio e con i cittadini dello Stato nel quale ha deciso di stabilirsi, non un semplice atto amministrativo slegato totalmente dal contesto sociale nel quale l’immigrato intende inserirsi". In una parola, quel ‘test di naturalizzazione’ che, ricorda il Carroccio, e’ gia’ in vigore in Gran Bretagna o negli Stati Uniti.

Ampliare la possibilita’ di ottenere la cittadinanza italiana passando dallo ius sanguinis allo ius soli, sottolinea il leghista Andrea Gibelli, "e’ una scelta antistorica, proprio a fronte degli ingenti flussi migratori che interessano Paesi come il nostro e molti altri in Europa. Flussi che richiedono di essere governati e non gia’ semplicemente assecondati promettendo a chiunque l’acquisizione della cittadinanza a prescindere da un’effettiva integrazione nel nostro tessuto sociale, culturale ed ecoinomico".

"La Lega -ammonisce un altro esponente del Carroccio, Raffaele Volpi, componente della commissione Affari costituzionali della Camera- non intende discutere il principio dei dieci anni di residenza per ottenere la cittadinanza. Saremmo sorpresi se, al di fuori dei programmi di governo, si manifestasse la tendenza a cercare di definire nuovi persorsi per la cittadinanza e ancor piu’ se da parte di esponenti della maggioranza vi fossero convergenze, su questo importante argomento, con parti dell’opposizione. La Lega non capirebbe e non si adeguerebbe". Eppure, nella proposta Granata-Sarubbi una sorta di test di naturalizzazione c’e’ e va superato con un esame. Ed e’ anche previsto un giuramento di osservanza della Costituzione e del rispetto dei suoi valori fondamentali. Su questo punto, un compromesso forse si potra’ trovare. Ma sara’ molto piu’ difficile trovare una sintesi politica sulla questione del dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza.

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