Preoccupano le formazione politiche che cavalcano l’onda dell’intolleranza verso gli immigrati BRUXELLES, 6 giugno 2009 – C’e’ un fantasma che si aggira per l’Europa e che comincia a prendere corpo. Dopo il travolgente successo registrato dal Partito per la liberta’ (Pvv) in Olanda, quelle che fino a qualche giorno fa erano solo previsioni cominciano infatti a trovare conferme: uno dei principali risultati delle prossime elezioni europee potrebbe essere la decisa avanzata delle formazioni di estrema destra xenofobe, anti-islamiche ed antieuropeiste, espressione di una crescente intolleranza verso gli immigrati.
L’exploit del partito di Geert Wilders, balzato dal 5,9% dei consensi raccolti nelle elezioni politiche olandesi del 2006 a un impressionante 17% che ne ha fatto la seconda formazione del Paese, sara’ difficile da ripetere in altri Stati dell’Unione. Ma e’ sicuramente un’indicazione non trascurabile di un fenomeno in atto non solo in Olanda, Paese massicciamente multietnico finora caratterizzato da una grande tolleranza verso gli stranieri.
Ed anche i timori di un astensionismo dilagante, che sembravano smentiti dalle prime indicazioni sull’affluenza alle urne, hanno poi trovato nuovi riscontri nei dati definitivi diffusi dall’Aja. In base ai quali la percentuale dei votanti si e’ attestata sul 36,5% contro il gia’ scarso 39,3% della consultazione europea del 2004.
Alla vigilia dell’apertura delle urne nella stragrande maggioranza dei Paesi Ue, continuano quindi a moltiplicarsi gli appelli ad andare a votare. Perche’, come ha sottolineato il presidente uscente del Parlamento europeo, ”se la gente non vota, il pericolo e’ che questo vada a vantaggio dei partiti estremisti”. Un appello lanciato dopo che l’Europarlamento, in una delle sue ultime sessioni, aveva modificato il proprio regolamento interno per impedire che Jean Marie Le Pen, leader del partito di estrema destra francese Front National, potesse presiedere la seduta inaugurale del nuovo Parlamento.
Ora pero’, come gia’ successo in Olanda, anche in molti altri Paesi – tra i quali la Danimarca, l’Austria, l’Ungheria, la Bulgaria e la Repubblica ceca – l’estrema destra e i movimenti euroscettici potrebbero mettere a segno risultati importanti. Cavalcando l’onda di un palpabile malcontento popolare alimentato dalla crescente immigrazione, dall’incapacita’ della Ue di mostrare una forza di reazione propria alla crisi economica e del diffondersi di nazionalismi sempre piu’ esasperati.