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La Cei all’attacco: “Basta pacchetto sicurezza, è il momento del pacchetto integrazione”

Il commento di Mons. Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per l’immigrazione Roma, 28 ottobre 2009 – ”Da piu’ di un anno sentiamo parlare del pacchetto sicurezza che, con la sua insistenza, ha rafforzato il malinteso che sia fondato equiparare gli immigrati ai delinquenti. Poco, invece, si e’ sentito parlare del ‘pacchetto integrazione’, di un’impostazione piu’ equilibrata che non trascura gli aspetti relativi alla sicurezza ma li contempera con la necessita’ di considerare gli immigrati come nuovi cittadini portandoli a e essere soggetti attivi e partecipi nella societa’ che li ha accolti”.

E’ quanto ha affermato questa mattina Mons. Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per l’immigrazione e vescovo di Capua, nel corso della presentazione del Dossier Caritas sugli immigrati che si e’ svolta a Roma.

”La Conferenza Episcopale Italiana, con toni meditati ma fermi e ripetuti – ha aggiunto mons. Schettino – ha avuto modo di sottolineare che senza integrazione non c’e’ politica migratoria. Alla 58esima assemblea generale della Conferenza episcopale italiana nel giugno scorso, il card. Bagnasco ha ribadito che per governare l’immigrazione non basta concentrarsi sulle sole esigenze di ordine pubblico. La vera sicurezza nasce dall’integrazione”. Tale posizione della Chiesa italiana, ha sottolineato mons. Schettino, nasce dalla ”concezione del migrante come persona portatrice di diritti fondamentali inalienabili, concezione collegata direttamente con la fede in Dio Padre di tutti. Le decisioni politiche trovano un limite nel rispetto della dignita’ delle persone”.

”E’ sulla base di queste motivazioni – ha aggiunto ancora il vescovo – che l’eccessiva enfasi posta sul pacchetto sicurezza ha visto perplessa e contrariata la comunita’ ecclesiale, ai vertici e alla base, specialmente tra le migliaia di operatori pastorali impegnati nel campo dell’immigrazione. E’ eccessiva la sperequazione tra l’interesse a difenderci da eventuali problemi connessi con l’immigrazione e il dovere di accoglierla”.

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