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SCUOLA: CNEL, ESIGENZE IMMIGRATI SIANO CENTRALI IN RIFORMA =

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      Roma, 3 dic. (Adnkronos) – Scuole serie, meritocratiche,
selettive, con piu’ matematica e inglese e con docenti motivati e
preparati. Sono le aspettative delle famiglie immigrate nei confronti
del sistema scolastico italiano, quali emergono da una ricerca
realizzata dal centro interdipartimentale di Ricerca educativa e
sociale dell’Universita’ di Roma-Tre su commissione dell’Organismo
nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale
degli stranieri del Cnel.

      La necessita’ emersa e’ quella di una scuola primaria e
secondaria che garantisca ai bambini un pieno inserimento nella
societa’ per il miglioramento della loro vita e della condizione
sociale. La ricerca, spiega il Cnel, e’ stata svolta su un campione di
immigrati provenienti da tutti i continenti che hanno figli iscritti
nelle scuole italiane. I dati piu’ recenti indicano che in Italia
nell’anno scolastico 2007/2008 erano iscritti 575.000 bambini
stranieri, il 6,4% della popolazione. Il 35% di loro e’ nato in
Italia.

      La presenza piu’ critica e’ quella dei bambini di recente
immigrazione (46.000 unita’) perche’ necessitano di un supporto per
un’integrazione rapida ed efficace. La percentuale piu’ alta e’
concentrata nelle regioni del centro-nord, compresi i comuni di
piccole dimensioni. Per il l’Organismo nazionale di coordinamento del
Cnel, in merito a questo problema e a tutti quelli che coinvolgono
l’immigrazione, ”bisogna liberarsi da una logica di identificazione
esclusiva con l’emergenza sociale e la sicurezza pubblica, che non
fanno altro che compromettere la convivenza civile. E’ necessario,
invece, aprirsi ad una prospettiva lungimirante misurandosi con i
problemi concreti”.

Infatti, prosegue il Cnel, nei processi di
integrazione dei cittadini immigrati, si evidenziano criticita’
dell’organizzazione sociale che condizionano pesantemente gli stessi
cittadini italiani. Dal percorso scolastico emerge la qualita’
dell’integrazione di un paese ed e’ per questo motivo che il Cnel
ritiene necessaria una programmazione organica di piani di formazione
dei docenti in servizio per l’acquisizione delle competenze necessarie
all’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua, di una
diffusa dotazione nelle scuole di laboratori linguistici da aprire
anche ai familiari, della collaborazione di mediatori culturali.

      Occorre infine una politica scolastica che ridia valore alle
pratiche educative della scuola come ”comunita’ educante” in grado
di coinvolgere risorse familiari e istituzionali nel cuore dei
processi educativi. Il coinvolgimento delle famiglie e l’integrazione
della scuola con i servizi del territorio sono decisivi rispetto al
fenomeno complessivo del drop out che interessa le fasce sociali piu’
deboli e delle condizioni che sono alla base dei sempre piu’ gravi
disagi giovanili che investono la scuola.

      Secondo l’Onc-Cnel i problemi culturali e didattici posti dalle
famiglie immigrate devono essere un riferimento centrale per la
riforma della scuola, tanto e’ il rilievo di questa presenza per il
futuro dell’Italia.

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