in

Immigrati più sani, meno cure degli italiani

Ma più frequentemente finiscono al pronto soccorso. La Relazione sullo Stato sanitario del Paese Roma – 11 dicembre 2009 – Dall’analisi dei dati Istat relativi all’indagine sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari emerge il quadro di una popolazione straniera residente con bisogni di salute simili a quelli della popolazione italiana e mediamente in migliori condizioni di salute. Una fotografia in linea con un profilo di migranti di “prima generazione, che si spostano prevalentemente per progetti di lavoro e che dunque portano con loro un capitale di salute che ne fa un gruppo mediamente più sano”.

È quanto si legge nella Relazione sullo Stato sanitario del Paese presentata ieri dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. I suoi dati si riferiscono al 2007/2008, ma i ricercatori premettono: le informazioni sulle condizioni di salute e sull’accesso ai servizi sanitari degli stranieri residenti nel nostro Paese sono ancora piuttosto frammentarie.

Secondo la Relazione, la domanda di salute espressa con il ricorso ai servizi sanitari evidenzia complessivamente un minor accesso rispetto a quello degli italiani, a parità di età, sebbene con alcune peculiarità.

Sono più contenute le prestazioni sanitarie, come visite mediche e accertamenti diagnostici, in particolare quelle di tipo specialistico che si dimezzano nella popolazione straniera, con un minor ricorso allo specialista privato.  Il tasso di ricovero è più basso per gli uomini stranieri, rispetto a quelli italiani, e va nell’analoga direzione per le donne, quando si escludono i ricoveri per parto. Il ricorso ai servizi di emergenza è, invece, più frequente.

Nel percorso della maternità, spiega ancora il Ministero della salute, le donne straniere si rivolgono in misura nettamente maggiore delle italiane all’assistenza presso un consultorio pubblico durante la gravidanza.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Regolarizzato, posso iscrivermi all’anagrafe?

Riforma cittadinanza: proposta “al ribasso” in Commissione