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Flussi. Le fragole aspettano gli stagionali

Il governo al lavoro per autorizzare nuovi ingressi. Gli agricoltori: "Bisogna fare presto"

Roma – 16 febbraio 2010 – Le fragole a Verona, i pomodori in Puglia, le mele in Trentino, l’uva in Piemonte… non c’è bontà della nostra terra che non aspetti ogni anno le mani di migliaia di lavoratori stranieri per essere raccolta. La macchina per far arrivare in Italia decine di migliaia di stagionali extracomunitari è già in moto, ma è sulla sua velocità che si giocano le attese delle aziende agricole.

Dal ministero dell’Interno confermano che si sta lavorando al decreto flussi per gli stagionali. L’anno scorso il governo diede il via libera a 80mila lavoratori. "Quest’anno potrebbe esserci  qualche ingresso in meno, ma per gli stagionali gli ingressi sono sempre più che sufficienti" spiega un esperto del Viminale. Il sistema? “Sempre lo stesso”, quindi  le aziende presenteranno le domande via internet, da sole o affidandosi alle associazioni di categoria.

Per Romano Magrini, responsabile politiche del lavoro di Coldiretti, “se verranno confermato le 80mila quote dello scorso anno tutte le richieste delle imprese saranno esaudite”. “L’importante – aggiunge Magrini – è che si faccia in fretta, i lavoratori devono arrivare in tempo  per la raccolta e a Verona , per le fragole, si inizia con la primavera”.

Le domande verranno esaminate dagli stessi uffici ancora impegnati nella regolarizzazione, e quindi c’è il rischio che questo crei dei rallentamenti. Coldiretti spera che per gli stagionali sia attivata “una corsia preferenziale”, dal momento che le esigenze dell’agricoltura non si sposano con i  tempi lunghi della nostra burocrazia.

Andrebbero poi sbloccati i permessi pluriennali, che permettono a chi è stato già qui per i raccolti degli anni passati di arrivare in Italia senza passare per l’imbuto dei flussi. “La legge prevede questa possibilità, ma finora, per non meglio definiti ‘problemi tecnici’,  è rimasta solo sulla carta” denuncia Magrini.

Roberto Caponi, responsabile sindacale di Confagricoltura, è preoccupato. “Non vorremmo che i fatti di Rosarno incidessero negativamente sulla programmazione. Finora gli ingressi sono stati sufficienti, ma un ridimensionamento creerebbe molti problemi”.

“Il sistema– ribadisce Caponi- è troppo farraginoso, ha tempi eccessivi e lascia spazio ad abusi e intermediazioni poco limpide. Le associazioni di categoria sono invece intermediari qualificati, che lavorano con aziende serie e rintracciabili: perché non snellire l’iter delle loro domande di assunzione?”.

Anche Confagricoltura chiede al governo di premere sull’acceleratore. “Dove gli uffici sono più veloci, passano comunque almeno due mesi tra la domanda di assunzione e l’arrivo del lavoratore. Il decreto flussi per gli stagionali non è ancora uscito: è già tardi per i primi raccolti”.

Elvio Pasca

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