I Servizi al Parlamento: “Nessun riscontro concreto”. I trafficanti cercano nuove rotte
Roma – 1 marzo 2010 – I terroristi non arrivano in Italia sui barconi o nei doppifondi dei camion, i canali dell’immigrazione clandestina sono diversi da quelli dell’estremismo islamico. Parola dei nostri 007.
La relazione annuale dei Servizi segreti trasmessa oggi al Parlamento fa scricchiolare uno dei luoghi comuni più utilizzati dalla propaganda anti immigrazione. Pur sottolineando che nelle aree di smistamento sub sahariane hanno rilevato "cointeressenze delle formazioni jihadiste nella gestione dell’immigrazione clandestina", i Servizi scrivono infatti che "è tuttora priva di riscontri concreti l’ipotesi di un sistematico utilizzo dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento di estremisti".
i Servizi rilevano "la significativa contrazione delle partenze per la Sicilia", che sarebbe da attribuire alle iniziative del governo (come l’accordo con la Libia e i respingimenti), ma i trafficanti sembrano interessati a sperimentare nuove direttrici e modalità operative". Un "riorientamento dei flussi" che potrebbe portare al rafforzamento di altre "filiere africane".
Il canale di immigrazione clandestina "più articolato e composito" è però, secondo la nostra intelligence, la "direttrice orientale" che utilizzando rotte terrestri aeree e marittime porta qui persone dall’Asia, dal Medio Oriente e dall’Europa orientale. Questi flussi, aggiungono i servizi, "non appaiono destinati a conoscere flessioni"