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La Libia: “I clandestini? Li trattiamo bene”

Shuhumi: "Ma i centri non sono alberghi a cinque stelle…".  Rinchiusi a tempo indeterminato gli immigrati non identificati

Roma – 27 maggio 2010 – I centri di raccolta dei clandestini in Libia? "È chiaro che non sono alberghi a cinque stelle, ma il trattamento riservato agli immigrati è senza dubbio dignitoso".

Così Shuhumi, segretario agli Affari esteri del Congresso generale del popolo libico, al termine di un incontro con la delegazione del Comitato parlamentare Schengen in visita da ieri a Tripoli. Sarebbero quindi "assolutamente da respingere”, perché “non hanno alcun fondamento", le accuse di torture e violazioni dei diritti mosse alla Libia dalle organizzazioni umanitarie.

Il comitato Schengen ha visitato in mattinata il centro di raccolta di Twisha, ma la stampa non ha avuto modo di accompagnarla. "E’ possibile verificare sul posto la situazione – ha però aggiunto Shuhumi – come fanno spesso molte commissioni. La Libia è solidale con queste persone, che rischiano la loro vita due volte, prima nel deserto e poi in mare”.

Fatto sta che, non essendoci limiti di legge al trattenimento, molti rimangono rinchiusi nei centri a tempo indeterminato. "Tentiamo di individuare la nazionalità dei migranti anche con la collaborazione delle ambasciate, ma ci sono casi in cui non vengono riconosciuti o non vogliono farsi riconoscere. In questi casi, restano nei centri libici" ha ammesso Shuhumi.

In quei centri vengono trattenuti anche gli immigrati intercettati nel canale di Sicilia, “respinti” e riaccompagnati i Libia secondo gli accordi in vigore tra Roma e Tripoli, ma anche l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) ha denunciato che a queste persone non sarebbe garantita la possibilità di presentare domanda di asilo. 

Shuhumi ha lodato l’accordo con l’Italia, ma ha aggiunto che  "le misure di sicurezza e di polizia da sole non bastano, come non bastano i respingimenti. Servono anche interventi nei paesi d’origine, come ad esempio la creazione di opportunità di lavoro".

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