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Rom. Commissione Ue: “No a espulsioni di massa”

"Per cittadini comunitari valgano le regole europee. Valutare caso per caso"

Roma – 2 agosto 2010 – I rom pericolosi o senza mezzi di sostentamento possono essere rimandati da un Paese dell’Ue nel loro Paese d’origine, ma solo valutandone la condizione caso per caso, senza espulsioni di massa. Diversamente, si infrangerebbero le regole europee sulla libera circolazione dei cittadini comunitari.

È la linea ricordata oggi dal portavoce della Commissione europea Michele Cercone, a proposito del giro di vite contro i campi rom annunciato dal governo francese.

"Tutti i cittadini europei sono liberi di circolare nell’Ue secondo quanto stabilisce la direttiva sul libero movimento, che fissa però anche una serie di condizioni in proposito, tra cui la capacità di provvedere a se stessi e il non costituire una minaccia per la sicurezza del paese", ha detto Cercone.

"Le autorità nazionali responsabili in materia devono però seguire una procedura di valutazione caso per caso", quindi "non esiste la possibilità di un’espulsione di gruppo, ma questa e’ personale e deve essere valutata individualmente anche nei casi di situazioni simili", ha sottolineato il portavoce.  Il "semplice fatto di essere iscritti alle liste di disoccupazione, per esempio, non è un motivo sufficiente" per essere allontanati da un paese secondo quanto stabilisce la direttiva, ha aggiunto.

Allo stesso tempo, ha ricordato il portavoce, un cittadino Ue può fare appello ai giudici del paese in questione contro la decisione di espulsione se la ritiene immotivata, e i magistrati dovranno quindi valutare se l’espulsione decisa dalle autorità "rispetta il principio di proporzionalità". "Tutti i cittadini hanno le stesse libertà e gli stessi diritti" ha concluso Cercone.

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