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Cie. Il prefetto di Roma: “Chiudere Ponte Galeria, è inumano”

Pecoraro: "Struttura oppressiva, trovare equilibrio tra sicurezza e dignità"

Roma – 5 ottobre 2010 – Il Centro di espulsione di Ponte Galeria a Roma, il più grande d’Italia andrebbe "perche’ non e’ abbastanza dignitoso e non rispetta a pieno la dignità umana".

Lo ha detto oggi il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro nel corso di una audizione al Comitato parlamentare Schengen. Il prefetto ha già chiesto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di trasferire il Cie in un’altra località, indicando tra possibili destinazioni  la zona di Tarquinia, nel Lazio settentrionale.

"Il Cie di Ponte Galeria – ha spiegato Pecoraro – e’ una vecchia struttura e non e’ neppure troppo sicura. Attualmente ospita 366 persone, 176 uomini e 190 donne e nel corso di quest’anno ha ospitato già 1727 immigrati soprattutto di nazionalità rumena, nigeriana e marocchina".

"Ponte Galeria, però, – ha aggiunto il Prefetto di Roma – presenta dei problemi. È una struttura oppressiva. Le persone che vi sono ospitate non devono sentirsi in carcere. Occorre, quindi, trovare un punto di equilibrio tra esigenze di sicurezza e rispetto della dignità. Dobbiamo pensare a Cie più moderni come, ad esempio, quelli di Bari e Bologna che sono sicuri ma anche trasparenti".

Contro Ponte Galeria puntava il dito anche Medici Senza Frontiere nel suo ultimo rapporto sui centri d’espulsione.

Durante una visita nel centro, gli operatori dell’organizzazione umanitaria aveva constatato che da due settimane non venivano distribuiti saponi e carta igienica e che non c’era un servizio di mediazione culturale. Inoltre erano rotti i sistemi di riscaldamento e di aria condizionata e gli ospiti denunciavano sporcizia e presenza di topi.

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