Una delegazione dell’organismo internazionale in missione sull’isola. “Strutture inadeguate, tunisini vivono come detenuti”.
Roma – 26 maggio 2011 – “L’Europa deve condividere e non evitare le responsabilità dinanzi al gran numero di rifugiati, richiedenti asilo e migranti che sbarcano sull’isola di Lampedusa”.
È l’appello del Consiglio d’Europa, organismo internazionale che riunisce 47 Paesi e ha il compito di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune, facendo riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Martedì e mercoledì scorsi, una sua delegazione è stata in missione a Lampedusa.
In una dichiarazione diffusa alla fine della visita, si legge che “gli arrivi a Lampedusa non sono di sola responsabilità di un’isola minuscola. Sono stati già lanciati sufficienti appelli per una condivisione delle responsabilità e per atti di solidarietà. È ora che l’Europa agisca”.
La delegazione, che ha visitato alcuni centri di accoglienza di Lampedusa e incontrato gli operatori coinvolti nella gestione dell’emergenza, dicendosi colpita dal “profondo impegno” di coloro che lavorano per soccorrere e ricevere i “boat people” che hanno rischiato la loro vita su imbarcazioni di fortuna e sovraffollate per raggiungere l’Europa. “Anche se tali arrivi continuano a rappresentare una sfida enorme per questa piccola isola, è palese che la crisi dei primi giorni, che ha visto migranti lasciati errare nelle strade, senza possibilità di alloggio, sia stata superata. Oggi la situazione è maggiormente sotto controllo”.
Tuttavia, le strutture di accoglienza presenti a Lampedusa risultano inadeguate per soggiorni più lunghi, segnatamente per gruppi vulnerabili come i minori non accompagnati, e che, entro alcuni giorni, vi sia necessità di organizzare trasferimenti in centri meglio attrezzati in altre parti d’Italia: “In particolare, ci si dovrebbe occupare il prima possibile della situazione dei tunisini che vivono sull’isola in condizioni simili alla detenzione da circa tre settimane”.
Alla delegazione è stato assicurato che sono state adottate tutte le misure necessarie per incrementare la capacità dei trasferimenti al di fuori dell’isola – e ciò soprattutto in vista dell’avvicinarsi dell’estate, considerato che le condizioni climatiche più favorevoli permettono ad un maggior numero di persone di fuggire dal conflitto in Libia.
“Sono stati già troppi coloro che hanno perso la vita in mare nel tentativo di raggiungere il nostro continente. L’Europa deve cercare di proteggere i richiedenti asilo e i rifugiati, in modo tale che queste persone non siano più costrette a rischiare la propria vita”, ha concluso.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa terrà una serie di dibattiti sugli arrivi in massa sulle coste meridionali dell’Europa in occasione della sessione planaria estiva che si terrà a Strasburgo (dal 20 al 24 giugno), insistendo in particolare sulla tematica della necessità di condividere le responsabilità.