Ricerca Acli Iref. “Gli immigrati svolgono i lavori più disagiati e meno remunerativi anche se hanno credenziali formative utili a ottenere impieghi migliori”
Roma- 1 settembre 2011 – Sottoccupati e sovraistruiti: e’ il paradosso degli immigrati nel nostro Paese secondo la ricerca dell’Iref, l’istituto di ricerca delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, presentata oggi dalle Acli a Castel Gandolfo, in provincia di Roma, in occasione del 44° Incontro nazionale di studi, dedicato al tema del ‘Lavoro scomposto’.
Questi due elementi, secondo le Acli, denotano l’incapacità di un mercato del lavoro di valorizzare risorse e competenze. Tra gli immigrati, la percentuale di sottoccupati (individui che dichiarano di aver lavorato, per motivi indipendenti dalla propria volontà, meno ore di quelle che avrebbero potuto o voluto fare) e sovra istruiti (persone che svolgono un lavoro che richiede un titolo di studio inferiore a quello in loro possesso) e’ maggiore rispetto agli italiani.
La sottoccupazione interessa infatti il 4% dei lavoratori italiani, mentre tra gli stranieri si supera il 10%. La percentuale di sovra-istruzione tra gli italiani e’ del 19% . Tra gli stranieri supera il 42%. “Si e’ ormai consolidato in Italia un modello di specializzazione -dicono le Acli- dell’occupazione straniera nel segmento basso del mercato del lavoro: gli immigrati svolgono i lavori più disagiati e meno remunerativi anche se hanno credenziali formative utili a ottenere impieghi migliori”.
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