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Coldiretti: Nel 2011 boom di assunzioni in agricoltura, +6%

Analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo trimestre del 2011, in riferimento ai dati dell’osservatorio della Cisl.


Roma, 18 luglio 2011 – E’ boom di assunzioni in agricoltura nel 2011 con un aumento del 6 per cento del numero di lavoratori dipendenti impegnati in campagna che fa segnare il maggiore incremento tra tutti i settori produttivi, dai servizi all’ industria.

E’ quanto emerge da analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo trimestre del 2011, in riferimento ai dati dell’osservatorio della Cisl.

Il risultato positivo dell’agricoltura e’ particolarmente importante perche’ , sottolinea la Coldiretti, e’ piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale con un aumento del 7,6 per cento al nord, del 6,6 per cento al centro e del 5,2 per cento al sud. Si stima peraltro, continua la Coldiretti, che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila.

I dati, sostiene la Coldiretti, dimostrano che l’agricoltura ha grandi potenzialita’ per battere la disoccupazione e che la stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilita’ 2011′, fortemente voluta da Coldiretti, ha consentito di continuare a svolgere questa funzione essenziale. Un impatto positivo si deve anche all’esperienza dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher, tenuto conto che in agricoltura sono stati utilizzati quasi un terzo (27 per cento) dei circa 12,3 milioni di buoni cartacei per venduti in Italia dall’1 agosto 2008 ad oggi secondo l’Inps.

I ”voucher”, conclude la Coldiretti, rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunita’ di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che puo’ cosi’ meglio esprimere le proprie potenzialita’ in un momento di crisi, senza con cio’ destrutturare il mercato del lavoro agricolo.

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