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I tecnici dei Ministeri: “Stop al decreto flussi, e meno stagionali”

Presentate le relazioni dei funzionari a Monti e alla Cancellieri. Per questo inverno le richieste di stagionali calano da 65mila a 35mila. I funzionari: “Accoglienza più limitata e di più alta qualità professionale

 

Roma, 14 gennaio 2012 – Nel futuro gli ingressi “extra” non saranno più gestiti attraverso “decreti flussi”.
Lo ha deciso l’ultima e definitiva riunione tecnica interministeriale all’unanimità: le indicazioni sono state passate a Monti e al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.

STOP AL DECRETO
I funzionari operativi hanno segnalato ai rispettivi ministri che non serve più, e non dovrà mai più esserci, un decreto flussi. Non si possono affidare le sorti di novantottomila stranieri (questa i prescelti nel 2011, uno ogni sei richiedenti) e la scelta di che cosa serve all’economia italiana una giornata in cui gli stranieri si mettono all’alba davanti a un computer per cercare di trovare un posto.

MENO LAVORATORI STAGIONALI
Un’altra decisione tecnica è stata individuata sulla linea della “frenata all’accoglienza”. Le quote dei lavoratori stagionali – agricoltura e alberghiero –  scendono. A fronte di richieste per 60 mila persone registrate nella scorsa stagione, per l’inverno 2012 le quote calano a 35 mila. C’è meno lavoro, anche stagionale, e i tecnici lo hanno scritto nella loro relazione. Su questo aspetto i funzionari di Lavoro e Interni sono convinti che il governo recepirà le indicazioni. Nelle prossime settimane, e comunque entro gennaio, dovrebbe essere firmato un decreto sugli ingressi stagionali con quella cifra: 35mila nuovi lavoratori stranieri.

ACCOGLIENZA PIU’ LIMITATA E DI QUALITA’
Con il Piano d’azione firmato dal governo Berlusconi nel 2010 sta cambiando la linea politica sull’immigrazione. La presenza di 4,9 milioni di immigrati (dati Dossier Caritas) sul territorio italiano e di 300 mila disoccupati hanno fatto spostare le linee d’azione: ora si punta a un’accoglienza più limitata e di più alta qualità professionale. In questi mesi, infatti, si sta mettendo a punto una serie di accordi con le singole nazioni per organizzare un’emigrazione verso l’Italia gestita sulla base delle richieste lavorative (perlopiù private) del nostro paese. Quattro accordi sono stati chiusi: con Moldavia, Albania, Egitto e Sri Lanka. Altri tre sono in dirittura d’arrivo: Tunisia, Marocco e Perù.

RECEPIRE LA DIRETTIVA UE
Un’ulteriore novità, un vero e proprio scossone alle politiche d’immigrazione italiane oggi fondate sul reato di clandestinità, dovrebbe arrivare con l’obbligo di recepire la direttiva europea che chiede sanzioni dure (ma non contesta ipotesi di reato) ai datori che offrono lavoro a immigrati irregolari, e cerca contemporaneamente di salvaguardare (e quindi non espellere automaticamente) il lavoratore straniero.

 

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