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Tavolo Asilo: “Permesso umanitario per chi è fuggito dalla Libia”

L’anno scorso sono arrivati 28mila persone dal Paese in guerra, ma non tutte hanno diritto alla protezione internazionale. “Rischiano di diventare irregolari”

Roma – 12 marzo 2012 – Serve un permesso di soggiorno per chi è fuggito dalla Libia in guerra e  altrimenti rischierebbe di andare ad ingrossare l’esercito dei clandestini. 

È l’appello al governo presentato oggi dal Tavolo Asilo, che riunisce le principali organizzazioni italiane attive nel campo dell’asilo e della protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, coordinato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).

L’anno scorso, spiega una nota dell’Unhcr, ”oltre 1,3 milioni di persone di varie nazionalita’ hanno lasciato la Libia per sfuggire alla violenza. Di queste, circa 28 mila hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di sicurezza in Italia. Tra loro vi erano rifugiati in fuga da altri paesi che si trovavano in Libia e anche migranti che da anni lavoravano in questo paese. Al loro arrivo in Italia sono stati tutti incanalati nella procedura d’asilo”.

“Va notato che l’ottenimento della protezione internazionale, ovvero dell’asilo, si basa sulla condizione del singolo nel paese di origine, non in quello di transito o in cui risiede per motivi di lavoro. Appare pertanto necessario trovare soluzioni eque e ragionevoli che tutelino in modo adeguato i bisogni di assistenza di coloro che sono fuggiti dal conflitto in Libia ma che tuttavia non posseggono i requisiti per ottenere la protezione internazionale, evitando di generare situazioni di irregolarita’ senza soluzione a breve termine e con potenziali gravi ripercussioni sulla societa’ nel suo complesso”.

Il Tavolo Asilo propone quindi al governo e alle autorita’ competenti di ”valutare l’opportunità di una piu’ ampia attuazione delle norme vigenti in materia di protezione umanitaria che permetterebbe di rilasciare un permesso di soggiorno alla maggior parte delle persone arrivate dalla Libia e la concessione di un permesso di soggiorno a titolo temporaneo a quanti non hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale, ne’ la protezione umanitaria. In tal modo si concederebbe a queste persone un ulteriore periodo di regolare soggiorno in Italia, al fine di poter predisporre adeguati programmi di ritorno volontario assistito con un adeguato incentivo economico, sia verso i Paesi di origine, sia verso la Libia, quando la situazione sarà sufficientemente stabile e sicura da poter garantire il rispetto dei diritti umani”.

Queste misure consentirebbero anche, “ove ricorrano le condizioni previste dalla legge di convertire il permesso di soggiorno temporaneo in un permesso ad altro titolo”.  Di qui l’esortazione ”ad adottare quanto prima le misure piu’ appropriate per coloro che rischiano di diventare irregolari cosi’ come a facilitare il processo di integrazione di coloro a cui e’ stata riconosciuta la protezione internazionale”.

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