Bocciato il ricorso del Viminale che si era opposto al divieto di espulsione “per motivi familiari” nei confronti di un cittadino immigrato
Roma, 5 maggio 2012 – Niente espulsione per l’immigrato che ha una convivenza con un parente entro il quarto grado.
Lo ha stabilito la Cassazione, bocciando il ricorso del Viminale che si era opposto al divieto di espulsione “per motivi familiari” nei confronti di un immigrato sulla base del fatto che il cittadino straniero conviveva con il nipote di quattro anni di cittadinanza italiana.
Gia’ la Corte d’appello di Milano, il 10 dicembre 2010, aveva accordato l’ok a rimanere all’immigrato visto che il padre del minore aveva confermato l’adesione al progetto di convivenza con lo zio. Inutile il ricorso del ministero dell’Interno in Cassazione.
La Sesta sezione civile – sentenza 6694 – ha respinto il ricorso, facendo notare che “il parente di nazionalita’ italiana dello straniero espulso aveva, all’epoca, quattro anni e la volonta’ di mantenere la convivenza con il parente entro il quarto grado e’ stata espressa dal genitore del minore”. Quanto basta per consentire all’immigrato di non essere espulso.