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Sisma. “In fuga con mia figlia”, “momenti da incubo”. Gazeta Românească tra gli sfollati romeni

Sul settimanale della comunità un reportage dall’Emilia. "Difficile accedere agli aiuti per chi è in posizione irregolare"

Roma – 25 maggio 2012 – Tra le migliaia di sinistrati che il terremoto dell’Emilia Romagna si è lasciato dietro, ci sono anche centinaia d’immigrati. Tra questi, molti romeni rimasti senza un tetto. Gazeta Românească, il settimanale dei romeni in Italia,  ha raccolto le loro testimonianze in un reportage realizzato nella provincia di Ferrara, pubblicato nel numero in edicola oggi.

 

La situazione degli romeni è particolarmente difficile, perché non tutti hanno i documenti in regola. Quelli che non sono registrati all’anagrafe, documenta Gazeta Românească, non ottengono facilmente accesso agli aiuti della Protezione Civile. Nelle tre località più colpite dal terremoto: Sant’Agostino, Finale Emilia e San Felice Panaro, nessun romeno risulta registrato tra quelli che hanno fatto richiesta per un alloggio nelle tende o palestre allestite per gli sfollati.

Padre Andrei Mesesan, il parrocco di Ostiglia, località vicino Mirandola, della Diocesi cattolica di Mantova, parla delle difficoltà che i romeni hanno affrontato. “A Mirandola vivono circa 600 romeni. Molti di loro sono andati a dormire dagli amici, altri hanno preferito di dormire nelle macchine. Io ho messo a disposizione alcune camere della sede Caritas. Ho ospitato una famiglia a casa mia. E’ più difficile per le famiglie con i bambini”.

“Quando sono uscito di corsa, dopo il terremoto, ho preso alcuni vestiti e i documenti. Da quel momento siamo ospiti di amici” racconta Neculai Juravle. Attimi di terrore anche per Cătălin e Alexandru Chindriş originari di Suceava e residenti da anni a San Felice: “Alle 4 di mattina, i letti sobbalzavano, si sono alzati di 15 cm dal pavimento. Sono stati momenti da incubo”. Per fortuna la loro casa non è stata danneggiata, e hanno ripreso il loro lavoro, al mercato della città.

La famiglia Cozar abitava a due passi dalla Torre dell’orologio, simbolo della distruzione del terremoto. “Mi sono svegliato con la TV che mi è caduta addosso. Ho preso la bambina, ci siamo messi sotto una trave. Poi, con la piccola in braccio, sono scappato. Non so come sia riuscita a uscire dalla casa, ma alla fine ce l’abbiamo fatta (…) ero vicino alla torre, quando è crollata, attimi terribili, si sentiva un rumore forte, è venuta giù”, racconta Vasile Cozar.

Vasile vorrebbe raccogliere quel poco che è rimasto d’integro nella casa, fare i documenti e ritornare in Romania. “Non so se lo stato italiano ci può aiutare con qualcosa, io avevo un contratto fino ad agosto, ma ora non posso più andare al lavoro, perché è crollato un muro della mia ditta. Mi conviene andare in Romania e aspettare, almeno fino al prossimo autunno”.

Il deputato romeno William Brinza ha visitato gli sfollati romeni e ci ha detto che la situazione che ha trovato è drammatica: “Ho parlato con il sindaco di Mirandola, sembra che non ci siano posti per alcune famiglie di romeni nelle tende del comune. Mi ha rassicurato che farà tutto il possibile per risolvere la situazione. Ho parlato al telefono anche con il ministro degli esteri romeno, per dirgli che ci sono romeni disperati qui, che si sentono abbandonati dallo stato. Mi ha detto che manderà il console di Bologna per un sopraluogo”.Intanto, il Consolato di Bologna ha messo a disposizione un numero attivo 24h  per la situazione d’emergenza: (0039) 349.117.82.20.

Andi Radiu
Gazeta Românească

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