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Razzismo. “In Italia politica, media e web incitano all’odio”

Il rapporto di otto associazioni al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite. Dalle “zingaropoli islamiche” della campagne elettorali ai gruppi anti immigrati su facebook

Roma – 30 agosto 2012 – Preoccupa la diffusione in Italia dell’incitamento all’odio razziale nel discorso pubblico politico e mediatico, specialmente nei confronti di rom e sinti, così come l’incremento del razzismo diffuso attraverso internet e i social network.

 

È l’allarme lanciato da un network di otto associazioni italiane in un rapporto presentato martedì a Ginevra davanti al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD). Si tratta di un contributo alla discussione tematica sull’incitamento all’odio razziale , il cosiddetto “racist hate speech”.

L’Italia, spiegano le associazioni, “può essere considerato un caso esemplare dell’uso strumentale di migranti, rom e rifugiati da parte di movimenti e partiti nazionalisti e xenofobi per guadagnare il favore dell’opinione pubblica”. E anche se con l’attuale governo “sembra iniziata una nuova fase”, la prossima campagna elettorale “potrebbe esacerbare nuovamente il dibattito su immigrazione e rom con il ritorno di una retorica xenofoba, antirom e anti immigrati”.

Il rapporto cita ad esempio la campagna per le amministrative del 2011 a Milano, quando Lega Nord e Popolo delle Libertà parlarono del rischio della trasformazione di Milano in un  “zingaropoli islamica” se avesse vinto il centrosinistra. Così come il movimento di estrema destra Forza Nuova, che nel suo programma presenta l’immigrazione come una “dolorosa ferita nella armoniosa convivenza dei popoli” e ha diffuso manifesti con un appello ad espellere i rom stampato sull’ immagine di uno stupro.

Le associazioni puntano il dito contro “le pene minime”,  i “dubbi interpretativi” e soprattutto “la scarsa applicazione” della norme penali italiane contro l’incitamento all’odio razziale, sebbene più organismi internazionali, a partire dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, hanno ribadito che questo non può essere giustificato con la libertà di espressione. Rari i casi di condanna (il rapporto cita i leghisti Gentilini e Tosi), mentre ci sono “diversi esempi di discorsi contro i quali non è iniziato alcun procedimento penale”.

I media hanno colpe gravi e non solo perchè raramente danno voce alle minoranza. Se i bersagli principali della rappresentazione razzista degli “altri” sembrano essere i Rom e i Sinti, l’insistente specificazione dei paesi d’origine di chi commette reati, la cosiddetta ”etnicizzazione del crimine”, crea nel lettore “la convinzione che un certo tipo di crimine è sistematicamente imputabile a una certa minoranza, creando una sorta di responsabilità criminale collettiva”.

Altro capitolo preoccupante è quello dell’incitamento all’odio razziale su internet e sui social network. “Se la penna è più potente della spada, le tastiere dei computer oggi possono essere più potenti di carri armati e mitragliatrici e ugualmente distruttivi”. Il web “offre una cappa di anonimato che spinge spesso le persone a digitare cose che non direbbero mai in faccia a qualcuno” e così diventa un “potente veicolo di odio”.

L’Italia ha firmato ma non ancora ratificato il protocollo addizionale alla convenzione europea sul cyber crime, che prevede un giro di vite contro atti di razzismo e xenofobia compiuti sulla rete. Intanto, crescono su Facebook gruppi come “Rispediamo indietro gli immigrati”,  “3 ragioni per cui E.T. è meglio degli immigrati” o “Se loro protestano con i bastoni, noi replicheremo con i cannoni”.

Le associazioni, spiega una nota, “hanno richiesto ai membri del Comitato dell’ ONU di formulare una general recommendation per rafforzare gli strumenti internazionali esistenti in tema di lotta contro le discriminazioni razziali”. Il rapporto è frutto della collaborazione: Archivio delle Memorie Migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione 21 Luglio, Associazione Carta di Roma, Borderline Sicilia Onlus, Lunaria, Unione forense per la tutela dei diritti umani.

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Observations submitted to the CERD for the thematic discussion “Racist hate speech”, Joint submission by network of Italian associations

EP

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