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Cittadinanza. Il Garante dell’Infanzia: “Miope non riconoscerla ai figli degli immigrati”

Secondo Vincenzo Spatafora le resistenze sono dovute a un “arretramento culturale”. “Si violano i diritti dei minori e  non si ha una visione del futuro”

18 ottobre 2012 – È miope non riconoscere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati che nascono e crescono in Italia. Per un ritardo culturale si violano i loro diritti e si finge di non vedere la realtà dell’immigrazione.

È il commento di Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, titolare dell’authority indipendente che ha il compito di assicurare la promozione e la piena tutela dei diritti dei minori in Italia. Intervistato oggi in diretta online sul sito dell’ Adnkronos ha detto che le resistenze al riconoscimento dello ius soli “sicuramente derivano da un arretramento culturale”.

“È talmente evidente e sotto gli occhi di tutti  che la presenza di questi bambini di origine straniera nel nostro Paese è una presenza importante dal punto di vista della quantità, ma anche perché tanti di questi bambini vivono in famiglie che sono totalmente ben inserite nella nostra comunità. E sono talmente ben inserite che molte volte con il loro impegno, con il tipo di attività che svolgono, con il loro supporto sono veramente anche di aiuto alla nostra società” ha spiegato Spadafora, che fino allo scorso anno era presidente del comitato italiano per l’ Unicef.

“Questa resistenza che noi abbiamo dell’accoglienza dell’altro – ha aggiunto – io credo che sia davvero un problema culturale anche alimentato fortemente da un’azione sbagliata, dove se si commette un reato ad averlo commesso è necessariamente una persona di origine straniera, se questo accade in una città deve per forza accade  anche nelle altre. Non è vero.  Si fa un’ amplificazione notevole dei reati commessi alle persone di origine straniera poi se si guardano i dati reali chiaramente sono una percentuale minima rispetto ai reati in generali che accadono nel nostro Paese”.

Secondo il Garante, “si è alimentata una percezione negativa della presenza delle famiglie e anche dei bambini di origine straniera nel nostro Paese che non ha aiutato questo processo di integrazione. Questo è molto grave,  credo che non fare questo non solo leda i diritti di questi bambini e quindi di fatto stiamo sicuramente venendo meno a una responsabilità enorme che abbiamo di applicare anche nei loro confronti la convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia, ma soprattutto non siamo coscienti del fatto che questo è un fenomeno che andrà sempre più crescendo nei prossimi ann”.

“Dobbiamo imparare – ha concluso Spadafora – a convivere con delle regole, rispettando tutti. Se invece semplicemente continuiamo a far finta che il problema non esiste e non riconosciamo la cittadinanza, ma di fatto continuano ad esserci tante persone che arrivano nel nostro Paese per rimanerci a vivere, diventa veramente tutto complicato e sarà ancora una volta una miopia in termini di visione e di futuro”.

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