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Cittadinanza minori. Alla Camera la riforma è in un vicolo cieco

In Commissione non si raggiunge l’accordo per un testo unificato. Bertolini (Pdl): “Contrari allo ius soli”. Amici (Pd): “Le seconde generazioni sono italiane, principio non negoziabile”

Roma – 9 novembre 2012 – Viste le premesse, era da illusi aspettarsi un esito diverso. Ma ora arriva la conferma che la riforma della  legge sulla cittadinanza, anche solo limitata alle seconde generazioni, non verrà portata in porto in questa legislatura.

 

Qualche  speranza era nata lo scorso giugno, quando a Montecitorio, in commissione affari costituzionali, era iniziato l’esame di diverse proposte di legge dedicate solo alle seconde generazioni. Ma man mano che si andava avanti nella discussione, diventava chiaro che le distanze tra le forze politche, anche per quanto riguarda i diritti dei figli degli immigrati, sono profonde.

Il Partito Democratico e il Terzo Polo vogliono introdurre il principio dello ius soli  temperato: italiano chi nasce o arriva qui da piccolo, magari dopo un ciclo scolastico. Ma la proposta non vince le remore del centrodestra, con il Popolo delle Libertà pronto a concedere solo qualche semplificazione burocratica nella procedura, e la Lega Nord nettamente contraria a toccare le regole esistenti.

Queste le posizioni, a prima vista inconciliabili, sulle qualii si erano lasciati i deputati alla conclusione della discussione generale in commissione, alla fine di luglio scorso. Avevano però anche dato mandato alle due relatrici Isabella Bertolini (Pdl) e Sesa Amici (Pd) di tentare di trovare una mediazione per arrivare a un testo unificato da portare in Aula. Quel tentativo c’è stato, ma è fallito.

Ieri pomeriggio, quando la riforma è tornata all’ordine del giorno n Commissione, Bertolini ha spiegato:  “Allo stato, non vi sono i presupposti per giungere alla definizione di un testo unificato condiviso. È chiaro che vi è una mancanza di accordo su quello che rappresenta il principio base su cui impostare i provvedimenti in titolo: l’introduzione o meno nell’ordinamento italiano del principio dello ius soli per l’acquisto della cittadinanza”.

E Sesa Amici dichiara a Stranieriinitalia.it: “Purtroppo, se il Pdl non apre allo ius soli, per quanto temperato, non vediamo sbocchi alla discussione. Per noi non è negoziabile che sia italiano chi nasce qui o arriva qui da piccolo. Loro sono ancora ancorati all’idea della cittadinanza come concessione, e non come diritto, anche per le seconde generazioni”.

Cosa succederà adesso? “Martedì prossimo – spiega la deputata del Pd – l’ufficio di presidenza adotterà un testo base, probabilmente la proposta Bressa, sulla quale verranno poi proposti e discussi gli emendamenti. È chiaro però che se le posizioni non cambiano non ci sono i presupposti per trasformarla in legge e riformare le regole sulla cittadinanza”.

Elvio Pasca

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